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Violenza sulle donne,
il Covid aggrava la situazione
73% di casi in più durante il lockdown

IL 25 NOVEMBRE si celebra la Giornata Mondiale. I numeri forniti da Cgil, Cisl e Uil dicono che nelle Marche, tra marzo e giugno, ben 286 donne hanno telefonato al numero verde per richieste di aiuto
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Il 25 novembre è la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Una ricorrenza che mai come in questo periodo deve far riflettere. A ribadirlo sonno le sigle sindacali di Cgil, cisl e Uil attraverso le segreterie regionali. Pronte a fornire spunti quanto mai illuminanti. Oggi ancora di più, nel contesto di emergenza sanitaria ed economica, la violenza diventa infatti l’esito estremo di diseguaglianze e di discriminazioni di genere che il Covid può alimentare.

«Secondo i dati Istat durante il lockdown della scorsa primavera sono state 5.031 le telefonate valide al 1522, il numero verde attivo 24 ore su 24 per le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking, il 73% in più sullo stesso periodo del 2019 -spiegano le referenti Daniela Barbaresi, Cristiana Ilari e Claudia Mazzucchelli-. Nelle Marche, tra marzo e giugno, ben 286 donne hanno telefonato a questo servizio. Tra queste, 127 erano state vittime di violenza. Cifre più che raddoppiate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le vittime che hanno chiesto aiuto sono 2.013 (+59%). Ben oltre 1.200 donne in più si sono rivolte ai centri anti-violenza in poco più di un mese, dal 2 marzo al 5 aprile scorso».

«Come certificano i dati Inail, riferiti alla prima ondata di pandemia, la maggior parte delle denunce di infortunio da Covid attiene alle donne: nelle Marche le denunce di contagio sono state 1.416, delle quali 1.033 sono state presentate da donne, il 70,7% del totale -vanno avanti le rappresentanti sindacali-. Il 30,9% delle donne che hanno contratto il virus durante il lavoro ha un’età compresa tra i 50-64 anni e il 26,8% tra i 35-49 anni. Infermiere, operatrici socio-sanitarie, ausiliare ospedaliere e operatrici socio assistenziali sono tra le figure professionali più colpite. Anche questi dati sono da ricordare a dimostrazione di come le donne siano colpite su più fronti dalla pandemia e di come l’emergenza sanitaria rischi di acuire le disuguaglianze di genere».

«Perciò il 25 novembre è per noi la data in cui rinnovare il patto di alleanza contro ogni forma di violenza e di discriminazione di genere -è la conclusione-. Perché la violenza contro le donne non è un problema del singolo, magari presentato dai social media come fosse un malato da curare o preda di un raptus, ma è un fenomeno strutturale che ha radici culturali profonde e pervasive e che, in quanto tale, necessita di interventi strutturali, continui e integrati tra vari soggetti. Per questo, anche nella nostra regione, le organizzazioni sindacali sono impegnate a fianco e a sostegno della rete regionale che ha il suo perno nei centri antiviolenza».

 

 

 


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