La fumata nera nell’incontro tra Pfizer e sindacati (leggi l’articolo) in merito all’esubero (leggi l’articolo) di circa 60 lavoratori “somministrati” (assunti tramite le agenzie per il lavoro) a causa della riorganizzazione dei turni di lavoro scatena la rabbia della Cgil.
Lo stabilimento Pfizer di Ascoli
«Una scelta preoccupante -dice Daniele Lanni, segretario provinciale del Nidil-Cgil che rappresenta i lavoratori “precari”- Stiamo parlando di un numero enorme di lavoratrici e lavoratori che pensava di aver trovato stabilità attraverso il contratto in somministrazione, e invece si trova senza una occupazione».
Anche Romolo Rossi, segretario generale della Filctem-Cgil, la categoria rappresenta i lavoratori del chimico, commenta: «C’erano altre strada che si potevano seguire -afferma- invece l’azienda ha deciso di scaricare la situazione economica che attraversa sui lavoratori più deboli. Una scelta che non condividiamo e che dimostra ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che il ricorso ai contratti in somministrazione è una scelta che crea solo precarietà».
«Siamo a disposizione -conclude Lanni- di tutti queste lavoratrici e lavoratori per mettere in campo tutte le forme di mobilitazione che riterranno e tutelarli in tutte le sedi. Una situazione del genere è davvero preoccupante, ancora di più per un territorio come il nostro in cui le difficoltà economiche sono già enormi».
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