Licenziamenti alla Pfizer, le accuse del Partito Comunista
ASCOLI - Uno striscione è stato affisso sulla rete di recinzione della Multinazionale del farmaco, nella zona industriale. «60 dipendenti e 60 famiglie, in un territorio già martoriato dal sisma e dalla crisi del lavoro, perdono una fonte di sostentamento essenziale»
«Visto che i sindacati si sono limitati ad un semplice comunicato stampa, senza fare alcuna attività in loco e senza provare a mobilitare in alcun modo i lavoratori, la sezione del Partito Comunista di Ascoli ha voluto realizzare uno striscione in segno di solidarietà ai lavoratori licenziati dalla Multinazionale».
Lo afferma il Pc ascolano che ha condiviso la propria iniziativa con Marco Rizzo, segretario nazionale del Partito Comunista, e che manifesta la sua vicinanza a tutti i lavoratori del Piceno.
«Pochi mesi fa – aggiunge – la stampa incensava la Pfizer per l’assunzione di 60 dipendenti durante la prima ondata di Covid. Oggi, nel silenzio più totale, a meno di un mese di distanza dall’annuncio del vaccino da parte della Multinazionale del farmaco, e il conseguente incasso di 5,6 milioni di dollari da parte del CEO Pfizer, 60 dipendenti vengono licenziati e 60 famiglie, in un territorio già martoriato dal sisma e dalla crisi del lavoro, perdono una fonte di sostentamento essenziale».