di Walter Luzi
Il corpo dei Vigili Urbani di Ascoli perde un’ altra delle sue figure storiche. Dopo quarant’anni di onorato servizio se ne va in pensione anche Adelino “Lino” Manni. A braccetto con il collega Enrico Fiori, che però di anni di anzianità di servizio ne conta molti di meno. A dicembre è andato a riposo Natale Ciampini. Il primo aprile, e non sarà un pesce d’aprile, toccherà ad un’altra istituzione in divisa vivente, Emidio “Mimì” Luzi. Dopo, resteranno in servizio solo quarantatrè vigili urbani, comandante compreso.
Tanti quanti ce n’erano, più o meno, quarant’anni fa, quando Lino Manni, terzo classificato nella graduatoria aperta, fu assunto dal Comune di Ascoli. Era il quattro giugno 1981. Quel concorso lo aveva stravinto Gianfranco Croce, poi commissario in Sicilia, quindi apprezzato avvocato e poi professore. Seconda arrivò Vincenzina De Santis. La prima, storica, donna a conquistare un posto come vigile urbano al Comune di Ascoli. Giovanissima e carina, ancora oggi in servizio all’Ufficio Verbali senza aver minimamente perso l’avvenenza di allora, Vincenzina fu la pioniera dei diritti delle donne in quel corpo composto, prima del suo arrivo, solo da uomini.
Con il collega Croci
Il primo comandante di Lino, Vigile appiedato e motorizzato, è Giuseppe Dionisi. La fascia tricolore di Sindaco, è cinta, lo sarà per meno di un’anno, alla vita di Ugo De Santis.
«Prima il Vigile era molto più presente sulla strada – racconta Lino alla vigilia della meritata pensione – più vicino ai problemi della gente. C’era più contatto umano quando stavi sei ore filate, faccio per dire, in via Trieste. Giorno dopo giorno finivi per conoscere, uno ad uno, tutti quelli che ci abitavano in quella via, o chi lavorava nei negozi. Oggi quando passi neanche ti guardano».
Lino non si distingue per implacabilità. Il libretto delle contravvenzioni ingiallisce nelle sue tasche. «Fare le multe non mi è mai piaciuto – confessa – con i cittadini ho sempre preferito il dialogo alle vessazioni. Quando l’infrazione non era grave ho preferito sempre chiudere un occhio. Ma così ho potuto conoscere meglio tante persone».
Con il collega Passaretti sotto la neve
Qualcuno si approfitta anche della sua bontà, ma a Lino la battuta pronta non è mai mancata. Come quella volta: «Capo, vabbè se lascio la macchina un attimo in seconda fila per prendere un caffè?…» chiede il faccia tosta già avviato verso il bar. Pronta la risposta di Lino «No non vabbè. E poi io faccio il vigile, mica il parcheggiatore…».
Nei primi anni Novanta il nuovo comandante Maurizio Collina lo chiama alla segreteria del Comando. Si occupa di viabilità e mercati dopo una parentesi nel settore operativo pubblicità, occupazioni suolo pubblico e grandi eventi. Manni è anche coordinatore in occasione delle grandi calamità, mentre in segreteria si occupa della gestione del personale, dell’organizzazione di turni e servizi. I comandanti. Dopo Dionisi e Collina opera a stretto contatto anche con Pierpaolo Piccioni, Giancarlo Silvestri, e, da ultimo, con Patrizia Celani.
Con i colleghi Tulli e Fiori in Slovenia nel 1999
«Con tutti loro ho avuto un buon rapporto – confida sempre Lino – anche perché mi sono sempre posto, come mia natura, in estrema schiettezza e, quando ce n’è stata occasione, ho sempre manifestato il mio pensiero anche quando era in contrasto con il loro. A viso aperto».
Grazie ai suoi trascorsi di calciatore dilettante, e poi allenatore, nelle varie squadre dell’Elettrocarbonium, Lino è fra i punti di forza del neonato gruppo sportivo comunale. I Vigili ascolani si faranno onore, dal 1998, per sei edizioni, nei tornei internazionali interforze di calcio a cinque disputati, ogni due anni, a Cervia. «E’ stato il nostro periodo d’oro – commenta sempre Lino Manni – eravamo tutti giovani e in campo ci facevamo rispettare. Anche nel Torneo degli Enti di calcio a undici abbiamo sempre ben figurato».
Con il collega Mimì Luzi, anche lui prossimo al pensionamento
Saranno, con gli anni, il fiato, fattosi corto, e le pance, divenute prominenti, a far tramontare l’epopea. Nel 1999 Lino partecipa, in alta uniforme, alla trasferta tedesca nella gemellata Treviri. La città natale dell’amato patrono Sant’Emidio. Due anni dopo replica con la trasferta a Massy, nell’Ile de France, gemellata anche lei con Ascoli. Bagagliai dei pulmini colmi di olive ripiene e bottiglie di anisetta, eccellenze e tipicità ascolane universalmente conosciute, da portare in dono. Di pari passo prosegue nella sua attività parallela di giornalista come collaboratore del Messaggero e poi, dalla sua nascita, di Cronache Picene, e co-autore, per anni, di pubblicazioni sportive in occasione delle partite interne dell’Ascoli Calcio.
Nel 2002 con un concorso interno per ufficiale Lino guadagna il grado di tenente. Dieci anni dopo è promosso, automaticamente, capitano. Dopo la recente ristrutturazione andrà a riposo con il grado equiparato di Commissario della Polizia Municipale.
Con gli inseparabili Prince e Emy, i suoi splendidi Weimaraner
Da pensionato avrà ancora più tempo da dedicare alla moglie Daniela, e ai due figli, Matteo e Alessandro. Tutti praticamente esautorati nella scala affettiva, negli ultimi anni, da Prince ed Emy, i suoi due cani Weimaraner da concorso cinofilo. Lino Manni dunque svestirà la divisa, ma entrerà, di diritto, nella ricca galleria degli ex vigili urbani rimasti nella memoria e nel cuore degli ascolani.
Iscrive il suo nome al fianco di altri personaggi che ha potuto conoscere di persona, e che hanno scritto la storia del Corpo e della città. Vigili urbani di altri tempi, ma dalla straordinaria umanità. Dal mitico Pierì “La guardia”, al secolo Celani, a Gino Pontani. Da Angelo Maria Urbani a Renato “P’r’gn’co’” Celani. Da Vincenzo Moreschini, prematuramente scomparso, a Primo Vesperini, fino a Giuseppe Croci detto “la seppia”.
A prendere il loro posto anelano oggi in migliaia. Il concorso per soli quattro posti è stato bloccato dalla pandemia dopo la prima prova scritta. Impresa ardua sarà, per loro candidati Vigili Urbani, conquistarsi questo buon posto di lavoro. Ancora più dura sarà saper fare come Lino Manni e gli altri. Riuscire a rimanere, con quella divisa, per sempre, nel cuore della gente.
A Lino, nostro prezioso collaboratore, i complimenti e l’abbraccio della Redazione di Cronache Picene.
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