Ricorso in Cassazione della Procura di Chieti contro la decisione del Tribunale della libertà che aveva revocato gli arresti domiciliari all’imprenditore maceratese Maurizio Mosca.
Arrestato lo scorso 27 ottobre nell’ambito di una indagine più ampia della Procura di Chieti relativa a presunti episodi di corruzione, Mosca era tornato libero venti giorni più tardi dopo il ricorso presentato dai suo legali, gli avvocati Andrea Netti, Andrea e Renato Perticarari, Valentina Romagnoli.
La Procura ha impugnato il provvedimento, e il 2 marzo è stata fissata l’udienza in Cassazione.
Per la Procura di Chieti Mosca avrebbe corrotto il primario di Cardiochirurgia dell’ospedale di Chieti, Gabriele Di Giammarco (pure lui arrestato) allo scopo di ottenere la fornitura delle particolari valvole cardiache che l’imprenditore maceratese commercializza con la sua azienda. I giudici del tribunale del Riesame avevano deciso di ritenere non vi fosse motivi per applicare una misura cautelare e Mosca era tornato libero.
«E’ stato un incubo, quando ho capito che sarei stato arrestato, in quel momento, mi è crollato il mondo addosso» aveva commentato Mosca la mattina in cui era tornato libero.
Mosca ha sempre sostenuto di non aver mai corrotto nessuno e i suoi legali hanno spiegato che sono stati commessi errori da parte degli inquirenti nell’attribuzione del valore delle valvole.
(Gian. Gin.)
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