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Ma chi ha fatto
il mercato dell’Ascoli
la scorsa estate?

SERIE B - La sessione invernale appena conclusa ha radicalmente cambiato volto a una squadra che per salvarsi deve conquistare una trentina di punti in 18 partite. E’ stato commesso lo stesso errore della precedente stagione. I tifosi, costretti dal covid a incrociare le braccia, ora possono solo incrociare le dita
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di Andrea Ferretti

Una volta c’erano le “bandiere”. Quelle che sventolavano negli stadi, dove invece adesso accedono solo pochi eletti dopo essere stati passati ai raggi X, e quelle che scendevano in campo. Erano i giocatori che vestivano la stessa maglia per tutta la vita o quasi, quelli che sull’album delle figurine potevi attaccarci anche le foto dell’anno prima tanto era la stessa cosa. E’ finito tutto.

Dalla legge Bosman del 1989 in poi è lentamente e inesorabilmente cambiato tutto. Il calcio è stato preso in mano dai direttori sportivi e, soprattutto, dai procuratori (non quelli del Tribunale) e dagli agenti (non quelli di Polizia) dei calciatori (e degli allenatori…) che fanno il bello e il cattivo tempo. Abilità incredibili nel riuscire a piazzare, anche in una sola stagione, bidoni certificati addirittura in due club diversi. Sei mesi qua, sei mesi là e via: non gioca mai, non è un problema.

Anche l’Ascoli cerca di barcamenarsi in questo tourbillon di partenze-arrivi dove ti ritrovi giocatori che scendono in campo per una squadra e dopo sette giorni la affrontano da avversario. Ormai non ci fa più caso nessuno ed è per questo che il calcio vive un irreversibile stato confusionale. Calcio che ovviamente comprende, sebbene da un anno solo davanti alla tv, anche i tifosi.

Massimo Pulcinelli (foto Ascoli Calcio)

Prendiamo ad esempio quelli dell’Ascoli. Estate 2019. Un gruppo di giocatori partì agli ordini di Zanetti. Poi la squadra si sfaldò e arrivò scommessa-Abascal, quindi subito meteora-Stellone e poi di nuovo Abascal che venne esonerato per far posto a Dionigi. Nel frattempo la squadra non era più quella di partenza. Anzi era quasi nuova. E conquistò la salvezza.

Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. All’Ascoli di Pulcinelli calza a pennello. Ecco perché. Estate 2020. Si riparte da capo con un nuovo allenatore (Bertotto) e quasi tutti giocatori nuovi. Le cose vanno malissimo e si cerca di rimediare con la scelta (rivelatasi infelice) di Delio Rossi. Altro giro, altra giostra. Come l’anno prima. Via Delio Rossi ed ecco Sottil.

L’ex allenatore Zanetti e l’ex ds Tesoro

E i giocatori della squadra cenerentola della B? Via quasi tutti e, nelle ultime ore, tanti volti nuovi e pochi superstiti con un obiettivo unico e molto difficile: salvarsi conquistando una trentina di punti nelle restanti 18 partite. Inevitabilmente si continua con giocatori che non fanno in tempo a conoscersi come dovrebbero e con alcuni che non parlano nemmeno la lingua del Paese che dà loro da mangiare.

Le “bandiere”? Nell’Ascoli, che non fa eccezione, non ci sono. Basti pensare che, con tutto il rispetto, il capitano quest’anno lo ha fatto Pucino, poi Brosco, professionista esemplare e forse il miglior difensore della B. Quando non c’è lui, lo fa Leali. Cioè giocatori, gli ultimi due, i quali se non rinnovano ora il contratto il 30 giugno salutano e cambiano casacca.

Ma sulla girandola dell’Ascoli, la domanda da porre al patron Pulcinelli sorge spontanea come diceva il grande giornalista Antonio Lubrano: chi ha scelto allenatore e giocatori la scorsa estate? Ok per le foto di rito, con sciarpa rigorosamente tenuta a due – giocatore e dirigente – e sorriso a 32 denti (che poi diventano 64), ma chi ha operato? L’allora ds Bifulco poi esonerato, ma già ai margini dopo il divorzio estivo tra Pulcinelli e Dionigi che aveva portato lui? Non ci crede nessuno. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.

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