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C’era una volta la musica live
Alessandro “il Piccio” Piccioni:
«Le mie proposte per ripartire»

UN SETTORE che attraversa la sua fase più nera nell'anno contraddistinto dalla pandemia. Il manager, discografico, agente di booking e produttore ascolano: «Una situazione con cui dovremo convivere per altro tempo, urgono soluzioni prima che molte voci si spengano»
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C’era una volta la musica live: qui il Villa Pigna Blues Festival

di Luca Capponi

Tenere duro, resistere. Non mollare. Espressioni simili per un unico messaggio. La musica dal vivo, come il teatro e gli spettacoli in generale, attraversa la sua fase più nera. Da un anno ormai, con l’unica parentesi zoppicante della scorsa estate, quando pure qualcuno tornò a esibirsi tra mille restrizioni.

Alessandro Piccioni con Omar Pedrini dopo un live a Villa Pigna

«Nell’ambiente c’è sfiducia, inutile nasconderlo, la situazione è quella che è e in molti sono demoralizzati perché fanno fatica ad andare avanti».

A fornire (ulteriore) conferma del momento è Alessandro “il Piccio” Piccioni, ascolano, che della passione musica ha fatto un’attività a 360 gradi: manager, discografico, agente di booking e produttore. E’ titolare de Il Piccio Music, con il quale gestisce l’etichetta indipendente Il Piccio Records e poi ancora Il Piccio Movie e Il Piccio Booking.

Inoltre, è fondatore e presidente dell’Associazione Culturale Defloyd, con la quale organizza e promuove eventi (ricordiamo, su tutti, “Un festival alle corde” e il “Villa Pigna Blues Festival” a Villa Pigna di Folignano), nonché uno degli ideatori e fondatori del progetto di street art “Arte Pubblica” e dell’etichetta indipendente Marche di Fabbrica.

Chi meglio di lui, che in dieci hanno ha seguito e/o organizzato oltre 400 concerti, seguendo gente come Omar Pedrini, Serena Abrami, Leda, Be a Bear o i Jaspers, band ufficiale di “Quelli che il calcio”, può dire la sua in un quadro generale che rischia di spegnere voci e fantasia.

Il Piccio con Serena Abrami

«Scordiamoci di “pogare” per molto, occorrerà convivere ancora con questa situazione, quindi vanno trovate soluzioni il prima possibile -spiega Piccioni-. Durante la parentesi estiva sono stati organizzati diversi live in tutta Italia e non solo, e non si è registrato nessun problema. Da addetto ai lavori e da “utente” dei concerti, credo quindi che con buonsenso e controlli adeguati si possa ripartire. Penso a biglietti nominali, prenotazioni, distanziamento, igienizzazione, termoscanner e molto altro; se non si lavora in tal senso non si ricomincerà mai perché, ahinoi, la situazione è questa e bisogna farci i conti».

Oltre al fatto organizzativo, e a tante realtà che rischiano di dover mollare, c’è il mondo degli artisti. Diviso tra i “grandi”, che riescono a tenere botta, e quelli meno noti che a stento riescono a galleggiare.

L’Aura a “Un Festival alle Corde” del 2013, una creatura del Piccio

«E’ un mondo molto eterogeneo e variegato, anch’esso con troppi punti di domanda -conferma il Piccio-. I musicisti più affermati possono permettersi di restare senza suonare, ma ci sono migliaia di cantanti e band che facevano del live la loro principale fonte di guadagno. Lo streaming è un palliativo, bandi e concorsi non bastano, i ristori non arrivano a tutti, ma l’incognita più grande, oltre a come andare avanti, resta un’altra: quando si potrà ricominciare, chi avrà soldi da investire nei live?».

Insomma, la situazione è molto più complicata di quanto già non sembri. Secondo Piccioni, però, qualcosa di buono ha portato.

«In molti sono riusciti a fronteggiare il momento reinventandosi, tirando fuori con creatività iniziative e modi per promuoversi ed esprimersi -spiega-. Ribadisco, non è facile, ed il mio appello non può che essere uno: tenete duro e non mollate, la musica non deve cedere».


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