Escursione fatale sul Vettore,
Marco Stortoni “tradito”
dal canalone La Direttissima

TRAGEDIA - Dalla posizione che aveva il corpo al momento del ritrovamento, tutto lascia supporre che non si sia più mosso dal punto di arresto della tremenda scivolata. La salma si trova all'obitorio del "Mazzoni" di Ascoli. La camera ardente, appena la restituzione, sarà allestita nella chiesa di Santa Caterina di Comunanza, dove l'uomo gestiva la pasticceria di famiglia. Tantissimi i messaggi di quanti lo conoscevano
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Marco Stortoni

Basta aprire Facebook per capire l’entità della tragedia che ha colpito Comunanza e l’intera comunità dei Sibillini, per aver perso Marco Stortoni, il pasticcere trovato senza vita ieri mattina, 24 febbraio, ai piedi del canalone “La Direttissima”, sul Vettore, basta aprire Facebook.

Il social a cui lui affidava pensieri profondi – ispirati da un piccolo fiore o da una maestosa alba – e foto di splendidi paesaggi delle stesse montagne che lo hanno inghiottito, è pieno di messaggi, dediche, ricordi e immagini. Molte “rubate” dalla sua pagina, quasi a volerlo riacciuffare da quei posti che tanto amava.

Marco Stortoni era partito per il Vettore che era ancona buio, la mattina del 23 febbraio. A metà pomeriggio i familiari, non avendo sue notizie e non riuscendo a contattarlo al telefono, non hanno indugiato e si sono rivolti alla locale stazione dei Carabinieri che immediatamente hanno attivato i soccorsi specializzati dei Vigili del Fuoco e del Soccorso Alpino.

L’epilogo, dopo ore di ricerche andate avanti per tutta la notte, il peggiore (leggi qui).

Marco Stortoni era esperto di montagna, conosceva bene tutte e insidie, non solo le bellezze che immortalava con la macchina fotografica. Si cimentava in percorsi difficili ed in situazioni estreme, ma ben equipaggiato, con abbigliamento tecnico professionale ed attrezzature di ultima generazione.

I tecnici di Vigili del fuoco e Soccorso Alpino, perfettamente coordinati nelle operazioni, hanno subito notato che non indossava i ramponi, necessari per scalare la parete del canalone nei tratti dove sono presenti neve e ghiaccio.

I ramponi erano riposti nello zaino trovato ancora calzato sulla schiena. Non li aveva ai piedi, quindi stava praticando un tratto dove c’erano roccia e terra, non neve e ghiaccio. Oppure perché era arrivato alla fine della parete o in un posto dove aveva deciso di fermarsi.

Andava quasi sempre da solo, questo si, contro ogni consiglio e soprattutto infrangendo una delle principali regole dell’escursionismo montano: “Andare almeno in coppia, in modo che se uno ha problemi, l’altro può dare l’allarme”.

Ma in questo caso, probabilmente, nessun aiuto o tempestivo soccorso avrebbe potuto strapparlo al suo destino. Non si sa per quanti metri Marco Stortoni sia scivolato lungo la parete del canalone chiamato “La Direttissima”, in fondo al quale è stato rinvenuto il suo corpo  segnato da ferite e traumi compatibili con lo scivolamento.

Ma dalla posizione in cui lo hanno trovato i soccorritori, tutto lascia pensare che dal punto di arresto della tremenda caduta non si sia più mosso. E poiché, presumibilmente, dall’incidente al ritrovamento sono passate diverse ore, con la notte di mezzo, la speranza è che non si sia reso conto di nulla. La conferma però può darla solo il medico legale, a cui è stata affidata l’ispezione cadaverica.

La salma, recuperata dall’eliambulanza con il verricello, dopo che un drone aveva avvistato la presenza, in fondo al canalone, è stata poi caricata sull’ambulanza che, scortata dai carabinieri e dai carabinieri forestali, l’ha condotta fino ad Arquata. Lì è stata presa in carico dal carro funebre, diretta all’obitorio dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli.

Quando il corpo di Marco Stortoni sarà restituito alla famiglia, verrà allestita la camera ardente nella chiesa di Santa Caterina di Alessandria di Comunanza, dove si celebrerà il funerale.

Marco lascia la mamma Elena e i fratelli Roberta e Fausto.


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