La scuola “Montessori” di Ascoli
di Stefania Mistichelli
Il bambino al centro: al centro della didattica, al centro dell’apprendimento. In altre parole, al centro del patto che intercorre tra scuola e famiglia.
Con l’obiettivo di “mettere il bambino al centro”, un piccolo gruppo di genitori, nel 2014, si mise in testa di portare, ad Ascoli, una scuola diversa che adottasse il metodo Montessori.
Il “Montessori”, ad Ascoli, c’era stato, diversi anni fa, a livello soltanto di scuola materna, la cosiddetta “casa dei bambini”. Se lo può ricordare chi, oggi, ha già compiuto gli “anta”, per averlo frequentato o, magari, per averne sentito parlare.
Ma l’idea di questo manipolo iniziale di genitori era più ambiziosa: consisteva nel creare una scuola non solo per i bambini più piccoli, ma anche per gli alunni della primaria e, perché no, della secondaria di primo grado. Un progetto quasi visionario, che avrebbe richiesto la partecipazione attiva dei genitori stessi, sia nella ricerca di finanziamenti pubblici o privati, sia nell’approvvigionamento di risorse dirette da destinare all’acquisto o alla realizzazione dei materiali didattici specifici richiesti dal metodo montessoriano.
«Questa nostra idea, che poteva sembrare quasi un’utopia molto velocemente raccolse centinaia di adesioni, tra persone che venivano ad ascoltarci e dirigenti scolastici interessati ad offrire diverse possibilità per aprire una sezione montessoriana» spiega Barbara Sansoni, una mamma appartenente al primo nucleo di genitori “fondatori”.
Dopo un paio d’anni di gestazione, l’avventura della scuola Montessori iniziò all’Isc “Luciani San Filippo” nell’anno scolastico 2015/2016, con l’apertura di un primo anno di scuola primaria, nel quartiere di Porta Maggiore.
«Sono stati anni bellissimi, di traguardi raggiunti e sogni realizzati ma anche difficilissimi -racconta ancora Barbara Sansoni – . La didattica montessoriana, infatti, richiede arredi e materiali specifici, che andavano acquistati o realizzati. Abbiamo raccolto, in questi cinque anni, circa 50.000 euro, spesi anche per la formazione dei docenti e per sostenere diversi progetti».
Grazie alla collaborazione con la dirigenza scolastica e l’amministrazione comunale, oggi la scuola Montessori conta la “casa dei bambini“, che raccoglie 28 bambini dai tre ai cinque anni, la primaria frequentata da 88 alunni (dalla prima alla quinta) e la prima media, partita quest’anno, con 19 bambini.
«La cosa importante da dire è che la scuola Montessori di Ascoli non è una scuola di quartiere, ma rappresenta un’alternativa importante per le famiglie di un territorio più ampio -spiegano Cristiano Schiavi e Andrea Mancini, rappresentanti d’istituto – . Infatti, tra i suoi iscritti, ci sono due alunni fuori regione, 25 fuori comune e 51 fuori quartiere. Inoltre, si tratta di una realtà che si trova all’interno di una scuola pubblica, “regalata” alla città grazie all’impegno e al lavoro di tanti. Tutte le scelte fatte sono all’insegna della partecipazione; certo non scegliamo gli insegnanti, ma diamo il nostro contributo positivo per migliorare le cose».
Questa unicità, data dal metodo, può assumere un valore ancora più alto in periodo di pandemia.
«Il metodo Montessori predilige l’outdoor education – spiega Flavia Narducci, rappresentante di classe – molto importante anche per il benessere fisico e psicologico dei bambini».
«Inoltre, è un metodo che aumenta l’autostima – commenta Simona Cittadini, rappresentante di classe della secondaria di primo grado e tra i genitori “fondatori” – perchè l’autocorrezione e l’assenza di voti o valutazioni da parte dell’insegnante spinge il bambino a provare e riprovare, secondo i suoi tempi, finché non riesce in autonomia, imparando in modo naturale. Queste sono caratteristiche che rimangono anche in tempi di dad, rendendola anche più facile da gestire».
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