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“Nel ritmo essenziale”,
il teatro corporeo di Ravo:
«Un segnale per dire
che r/esistiamo»

ASCOLI - Da martedì 30 marzo e per tutto il mese di aprile un ciclo di incontri online tenuti dal mimo, attore e performer: «Il distanziamento sfinisce tutto e tutti, ma è una condizione a cui non possiamo indolenzirci per il senso di mancanza»
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«La proposta di tenere un laboratorio di teatro corporeo online tutti i martedì del mese di aprile è dare un segnale di sopravvivenza e dire r/esistiamo».

Eugenio Ravo

Sante parole quelle di Eugenio Ravo, attore, mimo, musicista, performer, napoletano di nascita, ascolano d’adozione e cittadino del mondo.

Il suo ciclo di incontri “Nel ritmo essenziale”, che sarà su Zoom oggi martedì 30 marzo alle 17,30 e per i giorni 6, 13, 20 e 27 aprile, vuole essere soprattutto un modo per dire che chi vive di arte, ancora e dopo un anno di fermo quasi totale, non ha intenzione di cedere.

«Sono consapevole dei limiti che esso comporta questo mezzo, ma in questo momento di chiusura da oltre un anno non possiamo stare solo a guardare il mondo che ci gira intorno -spiega-. Ho allievi che seguono la formazione da ogni parte d’Italia e all’estero, vado a casa loro e loro a casa mia dal piccolo schermo digitale».

Gli appuntamenti, delle durata di due ore ognuno, necessitano di prenotazione alla mail koros.danzedelsud@gmail.com o al numero telefonico 334.8333701.

«C’è bisogno di creare comunità, viva, partecipe, interessata, amorevole, che propone le sue idee e azioni concrete con forza -continua Ravo-. Il distanziamento sfinisce tutto e tutti, ma è una condizione a cui non possiamo indolenzirci per il senso di mancanza. I mezzi virtuali, in questo momento, sono quelli che possono tenere in contatto le persone per continuare ad esserci, sapendo che il teatro si crea in presenza, e non sulle piattaforme, quelle vere stanno in mezzo al mare. Occorre scendere e ritornare a terra per creare vera comunicazione tra le persone. Il movimento è essenziale e liberatorio stimola la nostra energia vitale. Anche agli artisti chiusi in casa; è necessario continuare a lavorare il nostro corpo, a stimolare i nostri sensi, la nostra percezione del movimento e della realtà, a sviluppare il contatto anche a distanza con gli altri».

Curiosità: il 9 e 10 aprile Ravo terrà una versione del medesimo laboratorio in lingua portoghese (su Google Meets) per i suoi allievi iberici. Lisbona, e il poeta Pessoa, sono stati uno degli approdi artistici di Ravo, in passato. E lo sono tuttora.

«Abbiamo bisogno di questo contatto nel presente per creare comunità, consapevoli che il contatto è molto più che toccare l’altra persona -conclude-. Ad esso si aggiunge l’importanza del valore affettivo nel lavoro che pratichiamo. I cambiamenti che stiamo vivendo sono notevoli e la condizione di disorientamento è totale. Siamo sospesi in attesa di un Godot salvifico. Si può continuare a risvegliare altre capacità che non sapevamo di avere, scoprire la natura liberatoria del movimento, esplorare le capacità del corpo, per sentire la libertà dentro di noi, ora che non l’abbiamo fuori “riprendiamoci per mano a distanza senza disturbare l’invisibile».


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