di Maria Nerina Galiè
Un corto circuito, una scintilla: basta veramente poco per far divampare un incendio in grado, in pochi minuti, di divorare tutto quello che incontra sul suo cammino. E non si parla di impianti vecchi o apparecchiature elettroniche obsolete. Può accadere anche in case nuove e causate da attrezzature di ultima generazione.
Dopo l’episodio di venerdì scorso, 2 aprile, ai danni di un appartamento in pieno centro ad Ascoli (leggi qui), i Vigili del fuoco ricordano alcune accortezze alla base della prevenzione.
I consigli raccolti valgono in linea generale e non sono necessariamente riconducibili a quanto accaduto, dove le indagini sono ancora in corso.
Ma riguardano un modo di fare comune, gesti di ordinaria quotidianità che mettiamo in atto inconsapevoli del rischio.
«Mai. E dico mai bisogna lasciare attaccato alla presa un caricabatterie scollegato dall’apparecchio».
Sembra banale, invece è la causa di molti incendi in appartamenti. Soprattutto nelle camere.
«Ci sono capitati casi in cui lo spinotto del telefonino, attaccato alla presa, viene lasciato sotto il cuscino, per ritrovarlo in fretta anche di notte. Ma anche farlo penzolare a terra non è certo meno pericoloso».
Il primo motivo è legato alla caratteristica dell’oggetto.
«Il caricatore ha un polo positivo ed uno negativo. La polarità si attiva nel momento in cui si collega lo spinotto all’oggetto da caricare. Quando il caricabatterie è attaccato alla presa di corrente però si crea una tensione continua. Bastano un filo scoperto ma anche un sovraccarico o uno sbilanciamento di energia e s’innesca la scintilla».
Se è collegato all’apparecchio è meno pericoloso perché il circuito si chiude.
Pertanto è di fondamentale importanza di togliere dalla presa elettrica il caricabatteria quando non lo stiamo utilizzando per caricare il cellulare, il tablet o il pc portatile.
Così come i pompieri consigliano di non “maltrattare” il caricabatteria, che siano la parte spinotto, filo o trasformatore.
Ma dalla scintilla al rogo, ci sono altri elementi che influenzano il corso degli eventi, che sono sempre gli esperti ad evidenziare.
«Se la scintilla s’imbatte in tende e coperte, frange di tappeti o la cosiddetta lanetta che si forma sempre e dappertutto, in particolare sotto i letti, le fiamme divampano in un attimo».
Non parliamo quindi di mobilio o altri oggetti più grandi. Quelli arrivano subito dopo. L’innesco in genere parte da qualcosa che ha una consistenza più leggera. E i pompieri fanno l’esempio dei semi dei pioppi che tra po’ vedremo aleggiare nell’aria e ficcarsi nelle case attraverso le finestre aperte.
In natura creano veri e propri tappeti.
«Se lì accendiamo un fiammifero, vedremo correre la fiamma per tutta la superficie bianca».
Stessa cosa se si verifica un incendio in un capannone dove in terra ci sono segatura o sementi o qualsiasi cosa abbia una grana fine e che non sia ignifuga.
«La rapidità della fiamma è impressionante, si propaga e si rafforza poi incontrando oggetti infiammabili, anche più grandi».
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