di Franco De Marco
Idea Scuola di cinema, carta da giocare con più Università e Alta formazione
Dal cilindro del sindaco Marco Fioravanti spunta un’altra idea per il futuro: la Scuola di cinema. Con una sede già predestinata: il Teatro dei Filarmonici. L’idea è stata manifestata nel corso della conferenza stampa in onore della troupe che sta girando ad Ascoli il film “L’ombra del giorno” per la regia di Giuseppe Piccioni, genius loci cinematografico, e con protagonisti Riccardo Scamarcio e la giovanissima e intensa Benedetta Porcaroli. Un’altra bella idea che, se si concretizzerà, potrà fornire un contributo significativo a quei “flussi” – citati dal Rettore della Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori – indispensabili per ridare linfa ad un capoluogo che tra crisi generale, terremoto e pandemia rischia di indebolirsi ulteriormente sia come numero di residenti sia economicamente.
Una Scuola di cinema, per la formazione e di attori, registi, sceneggiatori e figure tecniche, troverebbe ad Ascoli la sede ideale. Questa idea ci piace. Vai avanti sindaco. Naturalmente si tratta di una idea a cui bisogna dare gambe. Ma la città ha la fortuna di poter contare su un regista affermato e molto preparato come Giuseppe Piccioni che certamente potrà fornire un contributo rilevante. Il potenziamento dell’Università e dell’alta formazione in generale, soprattutto nel settore culturale, sono certamente buone carte da giocare. Già sono stati previsti i nuovi corsi universitari di Agraria e Fisioterapia che partiranno con il prossimo anno accademico. Si parla anche di Accademia di Belle Arti. Dal presidente di “Italia Nostra” Gaetano Rinaldi è giunta anche la proposta, all’interno di “Ascoli capitale italiana della cultura 2024”, di utilizzare almeno una parte delle tante chiese-monumento chiuse come laboratori di alta formazione a rotazione. Insomma ecco un altro filone su cui puntare. Che ne dite?
Ascoli e Samb, quel calcio “pazzo” che attenta alle coronarie dei tifosi
Ascoli e Samb, due squadre molto ma molto radicate nelle proprie tifoserie, che in passato non si sono risparmiati scontri e sfottò, in questo finale di campionato rischiano di far saltare le coronarie ai propri sostenitori. Le vicende calcistiche e societarie di queste due formazioni, seppure in campionati e situazioni diverse, hanno un che di epico. Di veramente epico. I bianconeri, partiti con ambizioni da playoff, si sono ritrovati in fondo alla classifica, in una situazione quasi disperata, dopo aver cambiato ben 7 allenatori in un anno. Poi ecco la resurrezione con tre vittorie negli ultimi tre incontri con la possibilità concreta di poter sperare ancora nella salvezza. Tifosi che passano da forti aspettative a delusione, disperazione, critiche violente a società e giocatori e ora di nuovo anche entusiasmo. Dopo aver toccato il fondo o quasi ecco che la squadra ha avuto uno scatto di orgoglio facendo valere le proprie qualità perché la “materia prima” non è certo da retrocessione.
La Samb, in Serie C, partita anch’essa con ambizioni da playoff, sul campo ha avuto alti e bassi ma poi sono esplosi, ricordando vicende del passato, i problemi societari con il presidente Domenico Serafino che ha chiesto e ottenuto l’altro giorno, dal Tribunale di Ascoli, un concordato in bianco. C’è il rischio fallimento oltre che la penalizzazione per gli stipendi non pagati. Cosa ci si può aspettare in campo con una situazione del genere? Ebbene oggi la Samb ha battuto in trasferta la Virtus Verona per 0-1 e può anche sperare sulla carta ai playoff. Un esempio di attaccamento alla maglia e alla professione da parte dei giocatori a dispetto di una gestione societaria molto discutibile. Insomma due squadre “pazze”. E le tifoserie soffrono, si entusiasmano, si mettono le mani nei capelli e poi ritrovano entusiasmo. Croce e delizia. Comunque sia e comunque vada a finire Ascoli e Samb stanno facendo vivere forti emozioni ai propri sostenitori. Però le coronarie…..
Il caso dello stabilimento Pfizer, il primo all vaccined
Se le vaccinazioni nel Piceno stanno proseguendo in maniera ben organizzata ed efficiente, meglio di altre località, abbracciando una popolazione sempre più larga, è anche vero che, sulla delicata materia, c’è chi sta per raggiungere, prima di tutti, caso unico in Italia, il “tutti vaccinati” sia tra i dipendenti sia tra i familiari dei dipendenti. Si tratta dello stabilimento Pfizer di Ascoli (700 dipendenti) che già in questa settimana provvederà a vaccinare anche i familiari dei propri dipendenti. Un caso unico in Italia. Ad Ascoli, come noto, non si producono vaccini ma farmaci soprattutto per malati oncologici con distribuzione soprattutto negli Stati Uniti e in Giappone.
E’ accaduto che la casa madre, che naturalmente tiene molto ai suoi figli, infatti, produttrice dei vaccini Pfizer, ha già da tempo messo a disposizione gratuitamente le fiale necessarie per vaccinare tutti i dipendenti (e nessuno ha fatto storie chiedendo Astra Zeneca). E adesso metterà a disposizione i vaccini anche per parenti prossimi come coniugi, figli, genitori, nonni, suoceri, partner, zii, nipoti, cugini e conviventi. Sono compresi nel programma anche genitori, nonni, suoceri e figli che non convivono col dipendente purché abbiano compiuto 16 anni. Entro mercoledì prossimo scadranno le prenotazioni. Poi via a questa campagna di vaccinazione parallela. In questo caso non si può dire che c’è chi scavalca qualche altro e che non si rispetta le categorie prioritarie e le fasce d’età. No. Nessuna operazione di casta. Siccome loro sono i proprietari dei vaccini loro li danno direttamente ai propri dipendenti. Naturalmente ben venga una operazione del genere che si aggiunge a quella “normale”. In Italia la Pfizer ha, oltre a quello di Ascoli, un altro stabilimento a Catania ma quello di Ascoli è il principale. Un caso dunque unico di “all vaccined” in Italia. Il perché dell’allargamento della vaccinazione anche ai familiari, come richiesto giustamente dai lavoratori, è evidente: evitare che si ammali di Covid un familiare che costringerebbe poi alla quarantena anche il dipendente pur vaccinato. Ah se anche Astra Zeneca, Moderna, Jhonson & Jhonson avessero stabilimenti in loco….la Regione ringrazierebbe.
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