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«Teatro, quanto ci sei mancato»
Artissunch “inaugura” il Ventidio Basso
Ma prima c’è il set con i figli

ASCOLI - Il Massimo cittadino riparte il 15 e 16 maggio con "Alle 5 da me" dopo mesi di pausa forzata. Il regista e attore racconta emozioni e nuovi progetti: dai ciak con Piccioni e Marcorè al corto tratto da Poe fino alle produzioni teatrali. Nel docufilm sul pilota Benelli tre generazioni dietro la macchina da presa: ci sono anche Alessio e Lorenzo, 6 e 16 anni
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Gaia De Laurentiis e Ugo Dighero in “Alle 5 da me” (foto di Ignacio Maria Coccia)

di Luca Capponi 

Cinema, serie tv, un corto incentrato sul capolavoro di Poe, tre generazioni sul set per il docufilm sul mitico pilota Tonino Benelli. Ma soprattutto l’onere e l’onore di “inaugurare” il Ventidio Basso dopo mesi di buio, nel periodo più duro per l’arte scenica. Che però non ha spezzato creatività e voglia di fare, nonostante il comprensibile disorientamento. Anzi, gli ha magicamente dato nuova linfa. Mistero (e potere) della fantasia.

Stefano Artissunch

Stefano Artissunch e la moglie Danila Celani, ormai da 15 anni, sono le anime di Synergie Arte Teatro, unica realtà ascolana che produce spettacoli e li porta sui palchi di tutta Italia. Il primo, regista e attore, alle prese con testi, prove, recite e ciak, lei invece è il braccio operativo che cura amministrazione, organizzazione distribuzione. Un mix vincente. Suggestione e concretezza.

Con “Alle 5 da me” in programma il 15 e 16 maggio alle 19,30 (domenica 16 maggio anche alle 15,30), dunque, riprende vita il palco del Massimo cittadino. Uno spettacolo collaudato che vede protagonista un’altrettanto collaudata coppia, quella composta da Ugo Dighero e Gaia De Laurentiis. Il testo è di Pierre Chesnot, la regia, appunto, di Artissunch.

Si riparte, allora. E la prima cosa che balza all’occhio, oltre alla voglia di tornare, è l’orario insolito dovuto al coprifuoco, che impone di terminare tutto entro le 22.

«Non ci crea grandi problemi, siamo disposti ad adattarci e se dobbiamo anticipare anticipiamo tranquillamente, l’importante è ricominciare -spiega Artissunch- Si tratta di un orario quasi europeo, a Londra iniziano a quell’ora, e va bene così. Non è una cosa che ci infastidisce, se si adatta il pubblico non vedo perché non dovremmo farlo anche noi».

Ettore Bassi, Simona Cavallari, Danila Celani e Stefano Artissunch durante le prove di “Mi amavi ancora”, uno degli spettacoli prodotti da Synergie Arte Teatro

E proposito di pubblico, la “fame” è tanta dopo mesi e mesi di lontananza forzata dalla magia del teatro.

«C’è voglia di ripartenza, è innegabile, non solo da parte degli spettatori -continua Danila Celani- C’è fermento anche da parte degli operatori, per fortuna, in molti si stanno già muovendo anche per l’estate. Il nostro nuovo spettacolo “Le smanie per la villeggiatura” debutterà a Fermo proprio il 12 e 13 giugno. Da quest’anno, poi, ci siamo aperti anche alla distruzione di spettacoli non prodotti da noi e devo dire che i contatti ci sono per tutti, nella speranza che si torni presto alla normalità».

«Un anno di fermo è tanto anche per una realtà sana e strutturata come la nostra -ammette Artissunch-. Gli aiuti dal governo ci sono stati ma sono imparagonabili a ciò che si è perso a livello di fatturato, tra le 80 e le 100 piazze in media. Abbiamo però utilizzato questa pausa per rinnovarci e trovare altre strade, anche a livello creativo. L’ultimo anno è stato decisivo perché ci ha cambiato. Anche nel modo di pensare al nostro lavoro».

Con Neri Marcorè

Stefano, infatti, ne ha approfittato per tornare al suo primo amore, il settore audiovisivo, e per rimettersi a recitare. Dopo avere realizzato la mini web serie “Oggi decido io”, ecco il corto “Un bacio” (in finale al Vertical Film di Praga) e il corto in computer grafica incentrato su “Il pozzo e il pendolo” di Edgar Allan Poe, altra sua “vecchia” passione, in fase di realizzazione.

Senza contare i momenti sul set nel film “L’ombra del giorno” di Giuseppe Piccioni e nella fiction “Digitare il codice segreto” con Neri Marcorè, girate ad Ascoli e San Benedetto.

Lorenzo, Alessio e Stefano

«Con Marcorè e Piccioni si è trattato di due brevi esperienze ma mi hanno fatto molto piacere -racconta Artissunch-. Ho apprezzato la dedizione, la precisione e l’attenzione ai particolari di entrambi, mi hanno colpito molto. L’obiettivo è di continuare a portare avanti la parte audiovisiva e cinematografica in parallelo a quella teatrale. In questi giorni, infatti, sono sul set  di “Benelli su Benelli“, il docufilm sul leggendario motociclista Tonino in cui recito la parte di uno dei fratelli. Anche se in realtà faccio più l’accompagnatore…».

Lorenzo sul set di “Benelli su Benelli”

Ironico, ma non troppo, perché stavolta Stefano deve cedere il passo ai…figli. Il progetto si sta girando a Pesaro, luogo dove nacque la famiglia Benelli, vede la regia Marta Miniucchi e ricostruisce le gesta dello spericolato Tonino attraverso foto, filmati, interviste e ricostruzioni d’epoca, con la voce fuori campo di Neri Marcorè.

La curiosità a cui fa riferimento Artissunch, però, è un’altra: se da una parte Stefano interpreta uno dei fratelli Benelli, dall’altra ecco il primogenito Lorenzo (16 anni) e il secondo Alessio (6 anni), scelti entrambi per interpretare il protagonista Tonino da bambino e poi da adolescente, per tre generazioni di Artissunch sul set nello stesso momento. Scontato dire che il futuro, da queste parti, è più che assicurato.

Stefano ne “L’ombra del giorno”

Alessio nei panni di Benelli

Su il sipario, si torna a teatro Dal duo Troiano-Ferri alla Colombari, tris di recite per il Ventidio Basso


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