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Zona economica speciale
Sabatini: «E’ ora di concretizzare»

ASCOLI - Il presidente della Camera di Commercio delle Marche commenta il summit romano per arrivare al riconoscimento in grado di dare crediti di imposta e meno burocrazia alle imprese: «Abituiamoci alle cose reali e non agli annunci»
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La notizia del passo in avanti per arrivare alla “Zona economica speciale” anche nelle Marche (leggi l’articolo) ha riacceso le speranze di imprenditori e rappresentanti istituzionali del territorio per centrare un risultato chiesto e atteso da anni.

Ora si spera che dopo il summit al Roma al Ministero della Coesione territoriale tra il ministro Mara Carfagna e la delegazione forzista (tra cui il senatore Andrea Cangini, l’assessore regionale al lavoro Stefano Aguzzi, il capogruppo Jessica Marcozzi e il sottosegretario Francesco Battistoni) si arrivi al riconoscimento ufficiale “nero su bianco” della Zes.

Gino Sabatini

«E’ ora di abituarci alle cose reali e non agli annunci -dice ad esempio con molto realismo il presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini che di fatto rappresenta tutte le imprese della regione- La Zes può essere importante anche in considerazione delle altre provvidenze in campo per il cratere del sisma, ma bisogna anche vedere come si attuerà nel concreto».

Il percorso individuato durante l’incontro a Roma prevede di legare le Marche al “carro” dell’Abruzzo dove la Zona economica speciale è già stata riconosciuta, ma che ancora stenta a partire al punto che proprio oggi, venerdì 21 maggio 2021, il ministro Carfagna ha nominato un commissario (nella persona del professor Mauro Miccio, ndr) per farla decollare.

La cosa singolare è che l’Abruzzo ha centrato l’obiettivo indicando come hub portuale di riferimento lo scalo di Ancona che ha il requisito della quantità di merci movimentate a differenza di tutti i porti abruzzesi messi insieme.

Il porto di Ancona

Proprio la necessità di indicare un porto rientra nell’iter della Zes che poi prevede, in estrema sintesi, agevolazioni sotto forma di provvidenze per le imprese che investono (sotto forma di crediti d’imposta) e semplificazioni burocratiche sempre a beneficio degli imprenditori.

I benefici non sono comunque limitati all’area del porto, ma possono essere estesi alle zone industriale delle regioni interessate. Emblematico è il caso, ad esempio, della Campania dove la Zes si estende “macchia di leopardo” ed interessa tanti agglomerati industriali come Nola Marigliano, Pomigliano d’Arco, Acerra, Caivano, Arzano/Casoria/Frattamaggiore, Foce del Sarno, Battipaglia, Valle Ufita… oltre a interporti, aree P.I.P. e gli aeroporti di Napoli e Salerno.

rp


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