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Prestiti “baciati” per comprare azioni,
le banche si chiamano fuori

ASCOLI - Il colosso Intesa San Paolo non intende accollarsi il contenzioso giudiziario legato alle cause intraprese nei confronti di Veneto Banca finita in default. A processo sono finiti tre bancari per un finanziamento da 250.000 euro, di cui la metà finito in titoli azionari
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E’ ripreso di fronte al giudice Matteo Di Battista del Tribunale di Ascoli il processo per la vicenda dei prestiti cosiddetti “baciati” (leggi l’articolo) elargiti in passato da Veneto Banca ad un’impresa di San Benedetto.

L’avvocato Mauro Gionni

Si tratta dei finanziamenti finiti nel mirino non solo dalla magistratura ascolana perché “legati” alla contemporanea acquisizione di azioni della banca poi finita in dissesto ed acquisita, per un euro, dal colosso Banca Intesa San Paolo.

Nel caso specifico a fronte di un prestito di 250.000 euro, il cliente aveva acquistato azioni per la metà dell’importo (125.000 euro)

Il processo, che vede imputati tre bancari al tempo in servizio presso Veneto Banca, è ripreso dopo il cambio del giudice visto l’addio di Barbara Pomponi (leggi l’articolo).

Tale circostanza aveva scatenato qualche malumore tra le parti offese, ma oggi il giudice Di Battista ha assicurato che il processo andrà in porto al massimo dopo l’estate.

Ci sono comunque da registrare una serie di eccezioni presentate dai difensori degli imputati (tra cui il penalista ascolano Mauro Gionni) e delle banche chiamate in causa.

In particolare Intesa San Paolo non intende accollarsi il contenzioso giudiziario legato alla “defunta” Veneto Banca anche alla luce degli accordi siglati al momento dell’acquisizione avvenuta nel giugno 2017.

Il giudice si è riservato di decidere in merito alle eccezioni presentate e ha rinviato il processo al 25 giugno 2021.

rp


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