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Grenache, i vini del Piceno sbancano:
7 medaglie d’oro e 3 d’argento

ASCOLI - La giuria internazionale ha elaborato la classifica dopo le 4 tappe assegnando al "Bordò" più riconoscimenti dell'anno scorso quando i produttori nostrani si presentarono per la prima volta. Da un vitigno che era abbandonato prodotti di straordinaria qualità. Ora si attende il riconoscimento del biotipo e la denominazione ufficiale: probabilmente "Grenache Picena". Unanimi consensi alla tappa di Ascoli del concorso. I risultati
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di Franco De Marco 

I vini del Piceno, quelli dell’antico vitigno Grenache,  hanno fatto ancora meglio del 2020 quando, presentandosi per la prima volta, sbalordirono la giuria di esperti conquistando 9 medaglie su 12 vini presentati.

Un momento del concorso

Nel concorso internazionale “Grenaches du monde 2021, la cui tappa si è svolta ad Ascoli dopo Cabreros e Leòn in Spagna e Chateneuf du Pape e Roussillon in Francia, hanno ottenuto ben 7 medaglie d’oro e 3 d’argento su 15 vini presentati. Un risultato straordinario che certifica come questo tipo di vino, chiamato comunemente “Bordò”, è davvero un’eccellenza assoluta e può aspirare a inserirsi prepotentemente nel mercato enologico internazionale dell’alta qualità.

Comprensibile la soddisfazione dei produttori del Piceno che hanno creduto e investito nel recupero di questo vitigno antichissimo che si trovava ai margini dei vigneti ed era completamente abbandonato. Il “Bordò” ha anche bisogno di una lunga lavorazione: almeno due anni in affinamento e almeno altri 18 mesi in bottiglia. E’ una produzione limitata ma dai profumi e dal sapore inebrianti. Chi prova questo vino se ne innamora. Infatti le bottiglie, in numero limitato, sono molto ricercate.

Brindisi di rito

Eccoli i sette vini Igt made in Piceno che hanno conquistato  la medaglia d’oro: Arsi 2017 dell’Azienda agricola Allevi Maria Letizia, San Lazzaro 2017 della San Lazzaro Società Agricola, Kupra 2017 dell’Azienda agricola Oasi degli Angeli, Ribalta 2016 dell’Azienda agricola Pantaleone, Michelangelo 2015 dell’Azienda agricola Emanuele Dianetti, Michelangelo 2017  sempre di Emanuele Dianetti e Rossobordò 2016 dell’Azienda agricola ValterMattoni.

La medaglia d’argento è stata invece conquistata da: Cinabro 2016 della’Azienda agricola Le Caniette di Vagnoni G & L, Red 2018 dell’Azienda agricola Cameli Irene e Ruggine 2015 dell’Azienda agricola Marcelli Clara.

La classifica finale è stata elaborata da una giuria tecnica internazionale composta da superesperti.

«La cosa bella – fa notare con un sorriso Francesca Pantaloni che con la sua “Ribalta” ha conquistato una delle medaglie d’oro –  è che le annate più vecchie sono state degustate dai francesi di Chateneuf du Pape che hanno assegnato 5 medaglie su 6 vini ai nostri prodotti».

I vini italiani, 145 in gara, complessivamente si sono comportati molto bene ottenendo 62 medaglie: 44 oro e 18 argento. La Sardegna ha conquistato 42 riconoscimenti (28 oro e 14 argento), l’Umbria 5 oro con i suoi vini a base di Gamay del Trasimeno e la Toscana 2 oro con gli Alicante.

Francesca Pantaloni è stata la principale organizzatrice della tappa ascolana del concorso. Ora, dopo questa affermazione, si spera che ci sia un riscontro da parte dei buyers. Nei confronti del vitigno Grenache, diffuso in tutto il mondo,  ci sono i fari puntati  anche per merito del concorso internazionale. Tutta la “carovana” ospitata ad Ascoli ha molto apprezzato l’organizzazione della manifestazione scoprendo non solo vini ma anche altre tipicità  e un territorio per loro sconosciuti.

Insomma, ecco come attraverso un prodotto si promuove il settore e nelle stesso tempo il turismo in generale. Ora però, per la piena valorizzazione del “Bordò” c’è una pratica importante da svolgere sulla quale la Regione ha detto di star già lavorando: il riconoscimento ufficiale del biotipo e un nome “ufficiale” da dare a questi vini. Non potrà essere “Bordò” a causa dell’assonanza con il famoso “Bordeaux” di Francia.. Magari “Grenache Picena”.


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