Il mondo degli istituti penitenziari ha rappresentato un tema caldo a livello locale e nazionale negli ultimi mesi. Le aggressioni e le rivolte verificatesi all’interno dei carceri italiani non hanno risparmiato nemmeno il Piceno, come dimostrato da quanto accaduto alla Casa Circondariale di Marino del Tronto lo scorso 30 aprile con il ferimento di due agenti di polizia penitenziaria. Ad oltre un mese di distanza dall’accaduto, i consiglieri regionali della Lega Marche, Mirko Bilò, vicepresidente del gruppo consiliare, Marco Marinangeli ed Andrea Maria Antonini hanno fatto visita all’istituto penitenziario ascolano esprimendo la solidarietà personale e del partito agli agenti vittime di aggressione.
Andrea Maria Antonini
«Abbiamo voluto verificare con i diretti interessati quali siano le condizioni in cui opera la polizia penitenziaria in un carcere che, dopo aver fatto per anni notizia per il rigore nella detenzione di pericolosi criminali, da qualche tempo è invece al centro dell’attenzione per le aggressioni subite dagli agenti di custodia – hanno dichiarato i tre consiglieri al termine della visita – Le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria svolgono un servizio indispensabile per la sicurezza del nostro Paese e devono poter contare su condizioni di lavoro ottimali, non temere per la loro stessa incolumità».
Bilò, Marinangeli e Antonini hanno anche riferito i temi principali emersi nel colloquio con gli agenti di polizia penitenziaria, che hanno sottolineato la stretta correlazione tra le aggressioni e l’arrivo di detenuti provenienti da carceri in rivolta, Modena in particolare: «I problemi di sovraffollamento e concentrazione di elementi particolarmente violenti hanno peggiorato una situazione a cui bisogna porre rimedio perché grava sulle carenze strutturali degli istituti penitenziari delle Marche e aggravano gli effetti della carenza di personale. Il nostro impegno – hanno concluso – va nella direzione di sensibilizzare i referenti di ogni livello per intervenire al più presto. La molteplicità delle mansioni svolte dagli agenti e la loro comprensibile demotivazione viste le condizioni in cui lavorano rischiano di diventare un pesante fardello per tutto il sistema».
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