di Diego Morone
“Notte prima degli esami, notte di lacrime e preghiere…”. Cantava così, nell’ormai lontano 1984, Antonello Venditti quella canzone che sarebbe poi col tempo diventata la colonna sonora e leitmotiv dei maturandi italiani che volenti o nolenti finiscono da quasi quarant’anni per rivedersi in almeno una delle tante figure messe in gioco dalla penna del cantautore romano.
La canzone è stata consacrata anche dal film omonimo del 2006 diretto da Fausto Brizzi, e da anni risuona nella testa degli studenti alle prese con quella che è considerata l’ordalia per accedere ad un mondo nuovo, che esso sia fatto di atenei, parziali ed ulteriori studi, o che sia un’entrata con stile nel mondo del lavoro: l’esame di maturità.
Per il secondo anno gli studenti italiani saranno alle prese con un esame diverso da quello tradizionale ma che porterà con sé le stesse ansie e preoccupazioni di tutti gli studenti che lo hanno sostenuto, anche ed ovviamente prima della pandemia che ha stravolto la nostra vita.
La prova sarà unica e divisa in 4 parti. La prima prevede l’esposizione dell’elaborato sulle materie di indirizzo, la seconda l’analisi di un testo di letteratura italiana. Poi ci saranno il colloquio multidisciplinare con un argomento centrale a sorpresa e, per concludere, la discussione di un PowerPoint su alternanza scuola lavoro.
«Dopo tutto quello che abbiamo passato – è il commento di Michele Tacconi, 18 anni, maturando all’istituto agrario “Celso Ulpiani” – scolasticamente e non, è strano essere arrivati a questo punto. Senza dubbio mi sono impegnato, ma non è stato facile, anche noi studenti abbiamo dovuto combattere la nostra “battaglia”.
La preoccupazione c’è, com’è giusto che sia, passerò comunque questa fatidica notte ascoltando della buona musica e rileggendo i miei appunti. Gli esami sono per molti versi semplificati ma non sono di certo da prendere sottogamba visto che in un modo o nell’altro saranno decisivi per il nostro futuro».
Valerio Clementi, 19 anni, maturando al LES – Liceo Economico Sociale, indirizzo del liceo classico “Francesco Stabili” – si è detto invece molto più rilassato: «A proposito dell’esame sono totalmente fiducioso, sono contento di essere arrivato fino a qui nel mio percorso scolastico e sono sollevato dal fatto che l’esame si basi principalmente sulla componente orale, la situazione che abbiamo affrontato non ci ha messo nelle condizioni di sostenere un esame “tradizionale” e la didattica a distanza ha influito sul percorso scolastico di molti».
«Questa notte per me sarà una notte come le altre, non sono particolarmente agitato, sono sicuro di me stesso e di ciò che posso fare, ma c’è comunque da dire che la maturità capita una volta nella vita e l’unica preoccupazione è per l’esito, che mi porterò dietro per sempre».
Per quanto riguarda la scelta del proprio futuro post scolastico entrambi hanno le idee chiare.
Michele ne è certo: «Il tempo che ho avuto nell’ultimo periodo mi ha permesso di scegliere in maniera corretta l’università: ho bisogno di cambiare aria, andrò sicuramente fuori regione».
Anche Valerio ha elaborato con calma la sua scelta: «Non vedo l’ora di cominciare l’università, l’ideale per me sarebbe la facoltà di Giurisprudenza a Bologna».
Questa sera è l’ultimo giorno dell’adolescenza, è lo step finale che renderà ragazzi e ragazze rispettivamente uomini e donne. È un momento importante, del quale fare tesoro e che nonostante paura e preoccupazione è un grande tassello nel mosaico della propria crescita personale, per arrivare ad essere proprio come “quei pini di Roma”, persone mature, che la vita non può spezzare.
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