Province, Comuni, Carabinieri forestali, Ambiti territoriali di caccia e associazioni di categoria interessate dal fenomeno che ormai ha raggiunto livelli di allerta: tutti hanno partecipato alla firma del Protocollo, insieme con la Regione Marche, con al centro il contenimento dei danni causati dai cinghiali.
Un cambio di passo, per l’assessore regionale all’agricoltura Mirco Carloni, nella gestione del problema, che vede gli ungulati sempre più presenti «nelle aree urbane, periurbane e agricolo-forestali, richiedono interventi operativi, integrati e coordinati con tutti i soggetti coinvolti».
Si tratta infatti anche «di una questione di sicurezza pubblica – continua il vice presidente della Regione – che va affrontata in maniera integrata e il più possibile risolutiva, con provvedimenti di somma urgenza.
La presenza dei cinghiali, nelle Marche, ha creato una vera e propria emergenza, specie nelle aree pubbliche destinate a verde attrezzato, dove solitamente giocano i bambini, incuranti dell’eventuale pericolo».
Tutto questo si va ad aggiungere ai danni alle attività agricole ed ai numerosi incidenti stradali.
«Ovviamente – assicura Carloni – abbiamo previsto risorse per dare ai Comuni la possibilità di agire: la Regione metterà a disposizione per iniziare, 80.000 euro. Un budget che potrà essere integrato in caso di altre esigenze».
«Non firmiamo un documento generico, ma indicazioni concrete – è il commento del sindaco di Ancona Valeria Mancinelli in rappresentanza di Anci Marche – e le azioni di contenimento a monte messe in campo fino ad oggi non sono più sufficienti se questi animali arrivano nei parchi cittadini e nei giardini di una scuola».
«Per le Province – ha aggiunto il presidente della Provincia di Ancona, in rappresentanza di Upi Marche, Luigi Cerioni – e una bella giornata visto che si affronta un problema che le vede in prima linea quotidianamente».
«Ribadiamo – ha sottolineato il Comandante dei Carabinieri Forestali Marche Giampiero Andreatta – la convinta adesione a questo protocollo punto di partenza per gestire il cambiamento. La fauna selvatica ha cambiato negli anni il modo di rapportarsi con il territorio fino a creare criticità che vanno affrontate e risolte. Diamo atto alla Regione di aver preso subito in mano la gestione faunistica senza trascurare l’aspetto della legalità».
Il protocollo firmato prevede interventi destinati a contrastare la presenza e a ridurre la popolazione di cinghiali nei contesti urbani e agro-forestali, con azioni dirette e indirette. Si contemplano non solo gli abbattimenti selettivi, ma anche altri interventi, come l’eliminazione di possibili fonti di cibo, di rifugi nelle aree verdi, l’utilizzo di repellenti olfattivi, la messa in sicurezza delle aree frequentate dai cittadini con recinzioni elettrificate. Il protocollo avrà una validità sovrapponibile all’attuale Piano di controllo regionale del cinghiale, con scadenza il 31 dicembre 2023.
LA CABINA DI REGIA – I soggetti coinvolti nelle azioni sopra indicate si impegnano a creare una cabina di regia con un gruppo di coordinamento tecnico, che verrà convocato dalla Regione Marche, finalizzato sia per produrre protocolli tecnici di dettaglio, sia per monitorare costantemente i risultati conseguiti. Alla cabina di regia parteciperanno: un sindaco referente dell’Anci, un referente dei settori caccia e pesca nelle acque interne e prevenzione veterinaria e sicurezza Alimentare della Regione Marche, il responsabile del Corpo di Polizia provinciale, un rappresentante del Gruppo Carabinieri Forestale, un referente di ogni Ambito territoriale di caccia, un rappresentante designato dalle associazioni degli Agricoltori ed uno di quelle venatorie.
La cabina di regia, che si riunirà entro un mese dalla sottoscrizione del protocollo, potrà all’esigenza chiamare a partecipare agli incontri tutti i soggetti che si ritenga possano fornire contributi per conseguire gli obiettivi previsti.
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