Si presentano giovedì 24 giugno (ore 18,30), ad Ascoli, nel giardino di Palazzo Arengo, la “Condotta Slow Food Ascoli” e la “Comunità Tenera Ascoli”. Ingresso su prenotazione al 380.3103435 (Roberto Fioravanti).
Si tratta di due nuovi strumenti per la tutela e la valorizzazione dei prodotti tipici dell’Ascolano. Nel segno, soprattutto, dell’oliva prodotto simbolo del territorio ma anche stimolo a un turismo amichevole e gentile, come lo era stata l’omonima manifestazione che a cavallo tra la fine del secolo scorso e il duemila aveva segnato una tappa assai riuscita per il turismo culturale in città.
Oltre la “Condotta” verrà presentata la “Comunità Tenera Ascoli” dedicata alla valorizzazione culturale dell’oliva ascolana tenera e derivati ma anche dei cereali tradizionali e del “Miscuglio d’Aleppo” elaborato dai ricercatori di chiara fama Stefania Grando e Salvatore Ceccarelli.
Ci saranno il neo fiduciario Filippo Fratini, sommlier, la responsabile della comunità Carmen Attorre, il direttivo e i soci che in questi mesi hanno già dato un bel segnale iscrivendosi o rinnovando l’iscrizione, come
nel caso di un socio della prim’ora quale Giorgio Pignotti che ha messo a disposizione la libreria Rinascita quale sede della “Condotta Slow Food”.
Nella precedente ubicazione di “Rinascita”, in via Trieste, erano stati scritti (con i computer che iniziavano a diffondersi ma non erano ancora diffusi a livello di massa) i primi comunicati, le fanzine e i fogli di Slow Food, che si chiamava inizialmente “Arcigola Slow Food”.
Ad Ascoli era stata fondata una delle prime condotte d’Italia, agli albori della storia di Slow Food nella seconda metà degli anni ottanta: c’erano allora Antonio Attorre, Mimì Bachetti e gli indimenticati Claudio Giacomini e Angelo Speri. Il territorio interessato comprendeva non solo Ascoli e dintorni, ma anche buona parte delle province di Fermo e Teramo in omaggio alla civiltà dell’antico Piceno.
PRODOTTO SIMBOLO PER ASCOLI
Come è noto, le olive tenere ascolane – prerogativa la tenerezza – si distinguono per la forma ovale, grossa della drupa, ricca di polpa con epicarpo sottile, e per la dolcezza del sapore. Caratterizzate da rese piuttosto basse per pianta, vengono coltivate in un’area limitata, grosso modo una serie di comuni compresi tra i fiumi Tronto e Vomano. Oltre l’oliva in salamoia e la celebre oliva farcita e fritta, va ricordato il crescente successo che gli oli da Ascolana Tenera stanno riscuotendo in tutto il mondo dimostrando di non essere secondi a nessuno rispetto a qualsiasi altra tipologia di mono varietali.
Con il nome scelto da Slow Food, “Tenera Ascoli”, si allude non solo alla varietà di oliva ma anche alla sostenibilità e a forme di turismo amichevoli. Potrebbe essere ripresa e diventare il contenitore di iniziative che, come l’evento che a suo tempo segnò l’apertura di un nuovo interesse per Ascoli e la sua offerta turistica a partire dall’attenzione al suo prodotto-simbolo, siano trainanti ad esempio nella prospettiva di Ascoli capitale della cultura 2024.
Il giardino di Palazzo Arengo
LE IDEE E I PROGETTI
«Piacerebbe – affermano gli animatori della Condotta – discutere ed elaborare proposte per realizzare una sorta di decalogo virtuoso che conterrebbe importanti stimoli per qualificare l’appeal di Ascoli in vista del 2024. Proposte a lungo termine e di ampio respiro più generale (interventi su biodiversità, salute, scuole e università e così via) con obiettivi minimali ma anche impegnativi di policy e riorganizzazione dello spazio urbano e del funzionamento di strutture pubbliche in chiave sostenibile».
Qualche idea da sviluppare?
Piantare alberi: adesione al progetto Alberitalia e all’appello delle Comunità Laudato Si’.
Babette in mensa: intervenire e puntare sul miglioramento della qualità alimentare nelle mense (possibilmente anche negli ospedali).
Slow Olive in Libreria: proporre una bibliografia-biblioteca di alcuni titoli scientifici, culturali, ma anche narrativi. Non risulta che qualcuno abbia mai pensato a qualcosa del genere. E l’iniziativa candiderebbe Ascoli a ideale capitale della cultura dell’extravergine da questo punto di vista. Libri che potrebbero essere disponibili alla consultazione (e alla vendita dove previsto) in biblioteca, galleria Licini, librerie cittadine ed eventualmente in altri negozi o esercizi di vario genere.
Aprire piazze (eventualmente in accordo con, ad esempio, la facoltà di Architettura): individuare spazi pubblici da proporre quale spazi verdi.
Calendario di incontri-conferenze: per per qualificare l’offerta di produzione agricola in stretta collaborazione anche con la ristorazione locale in senso sostenibile.
No allo spreco: in sintonia con i progetti da sviluppare a proposito delle mense pubbliche, coordinare forme di lotta allo spreco alimentare sull’esempio delle esperienze da anni portate avanti con le coop soprattutto in Emilia Romagna.
C’è pace tra gli ulivi: ciclo di alcuni film di fiction nei quali sia presente la cultura mediterranea dell’olio in modo significativo e con forza simbolica.
Tenera Ascoli: stesso titolo per la realizzazione di una guida cartacea (eventualmente anche in forma digitale con contenuti parzialmente diversi) innovativa alla conoscenza di Ascoli e territorio. A proposito della guida da progettare e sviluppare, nell’incontro di giovedì verranno anche ricordati gli ultimi libri pubblicati da Slow Food Editore e che saranno presentati nei prossimi mesi: Il Mondo dell’olio, manuale per la conoscenza dell’extravergine a tutto campo (scientifico, nutrizionale, culturale, alimentare, giuridico e così via) di cui è curatore Antonio Attorre, coautore anche di Week end Slow in treno, itinerari pensati a partire da percorsi ferroviari, per un turismo lento (con itinerario che raggiunge Ascoli dalla costa).
Altra iniziativa editoriale: Slowine, di cui è tra i responsabili regionali Mimì Bachetti. Diretta Facebbok su Slow Food Ascoli Piceno.
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