Il Montelago Celtic Festival non si farà. Ad annunciarlo sono i suoi fondatori e organizzatori Luciano Monceri, Maurizio e Michele Serafini che non hanno preso bene la decisione delle autorità per motivi sanitari: «È con il cuore devastato dalla rabbia che siamo a comunicarvi l’annullamento forzato del Mcf 2021, previsto per il 7 agosto – scrivono in un post su Facebook –. L’evento, che aveva ottenuto il via libera necessario da parte del Comune di Serravalle di Chienti e della Regione Marche, è stato osteggiato in modo decisivo da parte delle autorità sanitarie e di ordine pubblico: Asur – Area Vasta 3, 118, vigili del fuoco, Questura e Prefettura di Macerata, nel corso di due lunghissimi tavoli tecnici, hanno espresso la contrarietà totale allo svolgimento del nostro amato festival».
«La notizia – continuano gli organizzatori del festival di Taverne di Serravalle, sull’altopiano di Colfiorito – ci ha tramortito, lasciandoci in preda ad un profondo senso di ingiustizia. Noi ci eravamo mossi nel pieno rispetto delle normative anti-Covid 19, le stesse secondo le quali si stanno svolgendo tutti gli altri eventi: massimale di 1.000 posti, prenotazione obbligatoria, distanziamento, controllo certosino dei flussi in ingresso e in uscita. Ancor prima della ratificazione dell’ultimo decreto, stavamo vagliando persino la possibilità di un green pass obbligatorio. Non è bastato. La storica sfiducia nei confronti del festival da parte di alcuni enti provinciali ha portato alla formulazione di osservazioni e criticità che nulla hanno a che vedere con la pandemia in corso, secondo norme e leggi che, se egualmente applicate a tutti gli eventi, ci lascerebbero con un deserto culturale abitato solo da burocrazia e polvere».
«Abbiamo provato, poggiandoci sulle prescrizioni vigenti, a darvi un piccolo Montelago, con concerti notturni e bivacco – aggiungono gli organizzatori-. Questo ci ha posto nell’occhio del ciclone, dentro al quale sono comparsi i frammenti di tanti anni di lotte e risentimenti. L’approccio ostile degli enti preposti ci ha fatto capire come quella che era stata pensata come una festa, sicura e divertente, sarebbe diventata un girone dantesco del controllo normativo, con il rischio di sanzioni per un generatore fuori posto, per un ballo accennato, per un brindisi non convivente: tutto ciò che normalmente avviene quando l’occhio di Sauron è rivolto altrove».
«Per questo abbiamo deciso di desistere: non vogliamo che le belle memorie di questi anni passati siano offuscate da una serata di tensione -concludono-. Per quanto riguarda il futuro, anche quello di un post-Covid che speriamo arrivi presto, faremo tutto ciò che è in nostro potere per salvare il festival dall’omologazione di genti e spazi. Ci hanno chiesto di mettere i parapetti lungo i piccoli fossi che separano i campi dell’altopiano, perché non credono che siate capaci di non cadervi. Ci hanno chiesto di non autorizzarvi i barbecue perché non credono siate capaci di gestirne le braci. Ci hanno chiesto di recintare un altopiano solo per avere le uscite di sicurezza, hanno chiesto, insomma, di abbandonarci ad una logica della prevenzione che abbiamo sempre applicato senza mai umiliare il singolo. Chi c’é stato a Montelago conosce sia la minuziosità dell’organizzazione che la grande responsabilità del suo pubblico. Gli altri no».
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