Maria Stella Origlia di Italia Viva
«La Regione Marche si impegni nell’individuazione di percorsi formativi competitivi, in settori strategici, non escludendo quello dell’innovazione tecnologica, del digitale e dell’ambiente». Così Maria Stella Origlia, coordinatrice provinciale Ascoli di Italia Viva, sull’assegnazione di 1,5 miliardi di euro agli Its, previsto nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, stimando un fabbisogno di diplomati pari a 3 milioni di giovani per il quinquennio 2019-2023.
«Le Marche sono molto indietro nel settore mentre in altre regioni (Emilia, Lombardia e Veneto) i tassi di occupazione al termine di tali percorsi formativi sono altissimi, compresi fra l’80 e il 90 per cento. Centrale – afferma la Origlia, ricordando il ruolo dell’onorevole Toccafondi, di Italia Viva, relatore del testo unificato della proposta di legge, approvato in prima lettura dalla Camera – e strategico è il ruolo delle Regioni nell’elaborazione di progetti che investano nella formazione tecnica superiore e nell’innovazione».
«Per fare ciò – continua la coordinatrice del partito – occorre che l’assessorato all’Istruzione e alla Formazione, di concerto con chi gestisce le politiche del lavoro, si attivi a che si inneschi una seria interlocuzione con il mondo dell’impresa, quello accademico e scolastico, delle associazioni di categoria, per redigere un dossier su cui costruire progetti e percorsi virtuosi, competitivi, innovativi, tali da attrarre le necessarie risorse previste nel PNRR da assegnare a ciascuna regione.
A tal proposito chiediamo con forza al presidente Acquaroli un impegno straordinario affinché avvii da subito un tavolo di coordinamento che si metta al lavoro su un settore così importante e strategico per le Marche.
Italia Viva, come già accaduto in Parlamento, si mette a disposizione per implementare e sviluppare un lavoro serio e virtuoso, volto alla realizzazione di un sistema che finora, la compagine politica di questa Amministrazione regionale, non ha neanche menzionato. Una Regione che non investe studio e competenze su un settore così strategico è destinata a retrocedere in pochi anni a fanalino di coda delle regioni italiane, obbligando i propri giovani ad emigrare altrove.
Anziché pensare ai divieti sulla pillola abortiva e alla efficacia vaccinale sui giovani, si pensi piuttosto al futuro educativo, formativo ed occupazionale dei giovani marchigiani».
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