Ata Rifiuti, scendono in campo
i comitati cittadini: «Inaccettabile»

ASCOLI - Contro il piano d'ambito, approvato dall'Assemblea Territoriale, si sono espressi Legambiente Ascoli, comitato "Ci Rifiutiamo", Ascolto & Partecipazione, associazione "Parco Dei Calanchi e Del Monte Ascensione", comitato "Tutela Del Bretta", comitato "Aria Pulita", Sezione di Ascoli di Italia Nostra, Cittadinanzattiva Delle Marche, "Cambiamente Evolution Ads", "Gruppo Di Acquisto Solidale – Gas Gasper", "Le Buone Acque del Pescara", Dipende Da Noi, Questione Natura, centro culturale “Lo Castello”, Marche Rifiuti Zero, Acli Terra
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Il sito di Relluce

 

Piano d’ambito sui rifiuti: scendono in campo anche le associazioni cittadine. Ancora l’Assemblea Territoriale, chiamata ad elaborare le linee di indirizzo per la provincia di Ascoli, al centro della nota firmata da circolo Legambiente Ascoli, comitato “Ci Rifiutiamo”, Ascolto & Partecipazione, associazione “Parco Dei Calanchi e Del Monte Ascensione”, comitato “Tutela Del Bretta”, comitato “Aria Pulita”, Sezione di Ascoli di Italia Nostra, Cittadinanzattiva Delle Marche, “Cambiamente Evolution Ads”, “Gruppo Di Acquisto Solidale – Gas Gasper”, “Le Buone Acque del Pescara”, Dipende Da Noi, Questione Natura, centro culturale “Lo Castello”, Marche Rifiuti Zero, Acli Terra.

Gruppi politici e di cittadini ritengono “inaccettabile” quanto accaduto nell’assemblea e parlano di un  “piano, in forte ritardo, approvato da un’assemblea che dopo anni di riunioni si trova costretta a prendere decisioni fuori tempo massimo”.

“Ricordiamo – si legge ancora nella nota congiunta – che le provincie marchigiane, tutte in forte ritardo, hanno ricevuto un sollecito da parte della Regione Marche. Non c’è stata alcuna discussione sui siti idonei per una discarica di servizio in questi anni, e non c’è stata alcuna pianificazione sulle necessità di smaltimento e sull’individuazione delle aree idonee all ambito territoriale. Si viaggia su grandi numeri sia per il trattamento del rifiuto residuo che per lo smaltimento, numeri che vanno ben oltre il fabbisogno, e soprattutto totalmente scollegati da un piano di prevenzione della produzione dei rifiuti che riduca a monte la produzione di rifiuti non riciclabili e delle plastiche, che rappresentano una grande criticità.

Nessun obiettivo ambizioso nel perseguire logiche circolari e di riprogettazione di prodotti e sistemi, in un territorio che vede nell’Unicam un fiore all’occhiello che forma giovani brillanti preparati e motivati nel campo dell’Ecodesign.

Stiamo parlando di un settore che è in forte espansione ed è in grado di dare posti di lavoro, alimentando un’economia compatibile con la riduzione degli impatti ambientali complessivi.

Non c’è stata alcuna discussione sui materiali che ancora oggi non hanno una filiera del riuso nei comuni della Provincia, nessuna condivisione di strategie ed azioni concrete da parte dell’Ato 5, in grado di migliorare la qualità della raccolta differenziata ancora molto carente, la produzione pro capite ancora a molto alta e le percentuali di raccolta differenziata. Le premure dei sindaci sono legittimamente quelle di preservare economicamente i cittadini che rappresentano, come se i costi fossero esclusivamente quelli della igiene urbana e della gestione, come se i costi ambientali legati a determinate scelte non abbiano risvolti oltre che sanitari, anche economici sulla collettività.
Ricordiamo che la massima autorità sanitaria territoriale è il sindaco e che i sindaci sono chiamati ad esprimere parere sanitario negli iter autorizzativi di determinati impianti che ricadono nel territorio di competenza.

Faremo tutto ciò che è in nostro potere per contrastare questo approccio che arreca un danno allo sviluppo dell’economia circolare aprendo altresì le porte al trattamento e all’abbancamento dei rifiuti da parte dei territori vicini che sono in difficoltà.

Reputiamo molto discutibile la mancanza di una vera e condivisa pianificazione in grado di calibrare l’ impiantistica sulle necessità dell’Ambito e su obiettivi specifici da raggiungere e ci chiediamo a tal proposito come il sovradimensionamento possa inserirsi nell’ottica dell’economia circolare.

Non mancheremo di agire nelle sedi che riterremo poi opportune e di produrre le dovute osservazioni a questo piano che nei numeri non rispetta le priorità ed ostacola il raggiungimento degli obiettivi introdotto con il recepimento del Pacchetto europeo sull’economia circolare, richiamato anche dalla Regione Marche nel sollecito alle Provincie di redigere il Piano”.

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