L’Unione sindacale di base (Usb), comparto Sanità di Ascoli, ha di nuovo indetto lo stato di agitazione: «Se le dirigenze continueranno ad ignorare le richieste di lavoratrici e lavoratori, se fallirà la conciliazione, sarà sciopero». Era già accaduto tra marzo ed aprile ma, «a distanza di cinque mesi – precisa Mauro Giuliano – nessuna risposta è stata ancora data alle lavoratrici e ai lavoratori e gli impegni presi sono stati disattesi».
«Uno dei motivi per cui il 19 marzo Usb ritirò stato di agitazione – ricorda il sindacato – fu per la garanzia che gli accordi sottoscritti sarebbero stati rispettati e che sarebbe stata stilata la graduatoria di merito dei lavoratori aventi diritto e assegnata la relativa Peo con il pagamento degli emolumenti compresi degli arretrati. Quella garanzia data davanti al prefetto, a oltre cinque mesi e complessivamente da più di un anno dalla sottoscrizione dell’accordo integrativo in merito, ancora non è stata riconosciuta».
Al centro della protesta anche la Premialità Covid: «Decisione unilaterale di erogare risorse economiche vincolate senza aver raggiunto alcun Accordo Integrativo», afferma Giuliani che grida alla mancanza di «trasparenza rispetto ai criteri e alla quantificazione delle risorse erogate e di quelle ancora disponibili. In ogni caso il dato oggettivo è che la maggior parte dei lavoratori non ha percepito nulla. Le tre fasce stabilite da Protocollo Regionale? Che fine hanno fatto in Area Vasta 5?»
Tra gli altri argomenti su cui Usb vuole fare chiarezza: l’indennità Covid (malattie infettive e sub-intensiva), il minutaggio fissato per la vestizione e svestizione dei Dpi, (firmato con accordo regionale nella misura di 40 minuti), la stabilizzazione del personale e la proroga fino a 36 mesi dei contratti di precariato in scadenza, il piano ferie emergenza ed il piano ferie.
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