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La tragedia del “Curi” di Perugia:
è stata aperta un’inchiesta
per la morte di Luigi Mascitti

ASCOLI - La Procura della Repubblica vuole vederci chiaro su come sono andate le cose in quei tragici ultimi minuti della partita Perugia-Ascoli. In particolare accertare la tempestività degli interventi di soccorso, anche in relazione all'utilizzo del defibrillatore. L'uomo, 56 anni, era in compagnia del figlio. Avevano seguito la squadra bianconera prendendo posto sui gradoni della curva sud insieme ad altri 460 tifosi dell'Ascoli
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di Andrea Ferretti

 

E’ stata aperta un’inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Perugia sulla morte di Luigi Mascitti, il tifoso di 56 anni dell’Ascoli morto sabato sera sui gradoni della curva sud dello stadio “Renato Curi” di Perugia.

L’uomo, che aveva raggiunto la città umbra in compagnia del figlio, aveva preso posto nel settore riservato ai tifosi ospiti, in tutto 460 supporter del Picchio giunti da Ascoli e, come sempre, anche da diverse località del Piceno.

Mentre in campo si stavano giocando gli ultimi minuti della partita – l’Ascoli che aveva appena ribaltato il risultato con un rigore decretato dal var e stava avviandosi alla vittoria – si è consumata la tragedia sotto gli occhi di tutti i tifosi bianconeri.

Dopo il fischio finale i giocatori dell’Ascoli, come da tradizione, sono corsi a festeggiare sotto la curva dei propri tifosi. Non potevano sapere quanto stava accadendo ad appena pochi metri da loro. In quel momento non lo sapevano, non lo sapeva ancora nessuno.

Mascitti ha avuto un malore ed è caduto. Sul momento qualcuno, vista anche la concitazione dovuta al combattuto finale di gara, ha pensato che fosse scivolato ed aveva perso i sensi battendo la testa.

Invece è stato un malore a farlo crollare. E’ stato subito chiesto soccorso, e dagli spalti si sono movimentati anche gli steward per allertare lo staff sanitario che si trovava allo stadio, a bordo campo, come previsto dalle norme. Decine i tifosi che per richiamare l’attenzione gridavano e sbracciavano in direzione del terreno di gioco dove ci sono gli addetti al soccorso. Cos’altro potevano fare?

L’indagine è stata aperta per accertare la tempestività degli interventi di soccorso, anche in relazione all’utilizzo del defibrillatore. Quest’ultimo era a disposizione del “Curi”, come avviene in tutti gli impianti sportivi. Uno strumento indispensabile e spesso determinante per salvare la vita alle persone.

Dai primi concitatissimi momenti, e soprattutto dalle dirette testimonianze di diversi tifosi presenti sugli spalti a pochi metri da dove si è consumata la tragedia, sembra che qualcosa non sia andato come doveva con l’utilizzo del defibrillatore.

Ma questo dovrà essere accertato dalla magistratura.

 


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