Enzo Accorsi con la giornalista Megan Williams durante il documentario su “National Geographic Channel”
di Andrea Ferretti
«Ho sperato e pregato fino all’ultimo che non fosse in casa, ma purtroppo non è stato così. Sono distrutto dal dolore, è una tragedia che ha spezzato il mio cuore e quello tutto lo staff del Lorenz».
Enzo Accorsi
Sono parole di Primo Valenti, quasi un fratello per Enzo, con cui condivideva lo stesso lavoro da una ventina di anni, che porta avanti l’attività di un locale – il Lorenz Caffè – punto di riferimento non solo di Piazza del Popolo, il salotto di Ascoli, ma di tutta la città.
Ancora increduli di quanto accaduto gli amici, soprattutto quelli con cui Enzo aveva trascorso l’infanzia e l’adolescenza nella sua a Porta Cappuccina, il quartiere dove era nato e cresciuto e dove, da ragazzo, aveva lavorato nel bar di famiglia, il “Musical” di via Verdi.
La morte di Enzo Accorsi ha lasciato tutti senza parole. Fin da ieri sera, martedì 31 agosto, tutti i social sono inondati da messaggi di cordoglio e di vicinanza ai suoi familiari, al ricordo di una persona sempre disponibile e sorridente, di un professionista serio e preparato.
La tragedia si è consumata ieri, poco prima delle 20, quando i colleghi del Lorenz, che non l’avevano ancora visto al bar, nè sentito, hanno cominciato a preoccuparsi.
A quel punto è stato proprio Primo Valenti a recarsi nella casa dove viveva Enzo, al primo piano di una palazzina di via Mameli, a Porta Romana.
«Ho suonato al campanello – dice Valenti con un filo di voce – ma non rispondeva, ho visto che fuori c’era il suo scooter e allora, a quel punto, mi sono avvicinato a una delle finestre per cercare di vedere se fosse in casa. Era chiusa e l’ho chiamato più volte, ma non rispondeva. Non mi è rimasto che allertare i Vigili del fuoco e, soprattutto, sperare e pregare che Enzo non ci fosse.
Invece i Vigili del fuoco sono entrati dalla finestra – prosegue il triste racconto – e l’hanno trovato senza vita. Era morto probabilmente da diverse ore. Il giorno prima, lunedì, Enzo non aveva lavorato ma ci eravamo comunque sentiti al telefono per alcune questioni di lavoro. Nessun problema, era tutto ok».
Primo Valenti
Poi la terribile scoperta. «Abbiamo subito avvisato i suoi familiari, ormai non potevamo fare più niente per lui. Questa notte non sono riuscito a chiudere occhio. Come me anche mia moglie, gli altri soci della società che gestisce il Lorenz e tutto lo staff che ci lavora».
Enzo era uno dei soci del “Lorenz Caffè” insieme a Primo Valenti, Luana Cavatrunci (la moglie di Primo), Bruno Marozzi e Lanfranco Ventura.
“Lorenz Caffè” che oggi, martedì 1 settembre, listato a lutto, non ha alzato le serrande. Ma ad Ascoli è in lutto tutto il mondo del commercio, in un mese di agosto terribile in cui ha drammaticamente perso la vita (domenica 1) anche Giuseppe “Pippo” D’Angelo, il titolare del negozio di alimentari di via D’Ancaria, a due passi proprio dal Lorenz Caffè.
Tutti si sono stretti intorno al Alex, il figlio di Enzo, musicista che ha studiato e vissuto a Milano. Figlio che Enzo aveva avuto dalla ex moglie con cui aveva condiviso per anni la stessa passione poi diventata per molto tempo un lavoro: la danza classica.
Enzo aveva 64 anni ed era molto conosciuto. Era diventato famoso fin dagli anni ’70 quando intraprese la carriera di ballerino. Una scelta per certi versi anomala in un periodo in cui ad Ascoli i suoi coetanei praticavano il calcio o al massimo la pallavolo. Una passione così forte che, unita a un talento innato, lo portò ad esibirsi in numerosi teatri, anche in giro per l’Europa.
Quando tornò stabilmente ad Ascoli, Enzo continuò quella che per lui era una “cosa di famiglia”, ovvero la gestione di un bar e… l’arte di fare il caffè. Ce l’aveva nel dna.
Era un personaggio che emanava empatia, sempre comunque molto riservato. Qualche anno fa diventò protagonista di una puntata di “Arte e Caffe” che andò in onda su “National Geographic Channel“. Si intitolava “Arte e Caffè – Ascoli Piceno”. Chi allora meglio di lui poteva impersonare il leit motiv del programma condotto da Megan Williams, giornalista canadese, corrispondente da Roma della Canadian Broadcasting Corporation e produttrice di documentari?
Quella volta il “Viaggio in Italia” portò la Williams alla scoperta della città delle cento torri. E gran parte di quel documentario vide come protagonista Enzo Accorsi, che venne definito “artista del gusto”.
Emblematiche le parole di chiusura di quel documentario con cui la Williams, sottolineando la “destinazione incantevole del mio viaggio in Italia”, definì Enzo: “Volontà di rischiare, di spogliarsi delle proprie insicurezze per rivelare la verità delle emozioni: questo rende Enzo un viaggiatore, un danzatore, un artista del gusto, affascinante e autentico”.
Già, proprio così. Proprio come ci piace ricordarlo.
La salma è stata composta a Casa Damiani, al Battente, dove dalle ore 16 di oggi, mercoledì 1 settembre, è possibile dare l’ultimo saluto a Enzo. Domani, giovedì 2, il corteo funebre partirà alle ore 10 da lì, diretto al cimitero.
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