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Cattedre e algoritmo:
la confusione è totale

DENUNCIA degli insegnanti precari che per colpa della burocrazia non riceveranno lo stipendio il 23 settembre, ma alla fine di ottobre. «Il sistema scuola va radicalmente cambiato. L'avvicendamento dei ministri al Governo non ha portato da nessuna parte. Al primo posto vanno messi meritocrazia e valore sociale»
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Come ogni anno, a pochi giorni dalla prima campanella, il mondo della scuola non “copre” le cattedre vuote. Conseguenza: a una settimana dal via tantissimi insegnanti ancora non sanno in quale Istituto lavoreranno nell’anno scolastico 2021-2022 che si sta per aprire.

45717798 – 3d illustration of the teacher’s desk in front of a green board

«Alla base del problema – ci segnalano alcuni insegnanti precari – c’è la procedura informatica, quella che provvede all’attribuzione degli incarichi e che, negli ultimi giorni, ha evidenziato errori del famoso “algoritmo” per quanto riguarda graduatorie e assegnazioni delle cattedre. Per non includere gli errori il Ministero ha deciso di ricorrere ad un sistema informatico basato su un algoritmo. Speravamo – dicono – potesse essere utile e soprattutto piu veloce, e che rispettasse la classifica delle graduatorie. Invece, come ogni fonte tecnologica ha evidenziato i suoi limiti. In poche parole tutto si svolgerà come prima, con… l’eterna matita.

Tutto doveva concludersi entro e non oltre l’1 settembre, anche per fare in modo che lo stipendio del mese fosse pagato il 23. Così non sarà, purtroppo, e bisognerà aspettare la fine di ottobre. Il cambio del ministri, al Governo, non ha dato risultati apprezzabili se pensiamo a chi ancora deve avere i risultati del concorso straordinario dell’ottobre 2020. E’ evidente come il “sistema scuola” abbia bisogno di essere cambiato in modo radicale. Nessuno riflette sul fatto che l’insegnante è colui che, in collaborazione con la famiglia, si occupa dell’educazione degli adulti del futuro, di coloro che magari occuperanno posti di prestigio nella vita. Ai primi posti della società – concludono sconsolati – sarebbe più gusto mettere la meritocrazia e il valore sociale».


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