di Franco De Marco
Ascoli città dei Festival: è quasi una valanga tra vecchi e nuovi arrivi. E non si può che esserne soddisfatti – soprattutto di questi tempi – sul piano dello ricchezza dello spettacolo, dell’arte in generale e dell’attrattività del territorio. Ma c’è una regia, un’idea base, un disegno, un canovaccio con relativa razionale distribuzione delle risorse. O si tratta, come alcuni aspetti farebbero pensare, almeno in qualche caso, di manifestazioni improvvisate ed episodiche? Sullo sfondo, si può presumere, c’è anche la candidatura di Ascoli a capitale della cultura 2024 lanciata dal Comune di Ascoli.
Proviamo a fare una mappa dei Festival cittadini appena nati, in tenera età o già adulti.
Le new entries. Giovedì 9 settembre, ore 21,30, nella Cava Giuliani a Colle San Marco, c’è il concerto “Tempo di Chet” con il grande trombettista Paolo Fresu in trio con Dino Rubino e Marco Bardoscia) c’è Controvento, Festival dell’aria, realizzato dal Comune di Ascoli in collaborazione con Regione Marche, Ministero della cultura, Amat e Consorzio turistico dei Monti Gemelli, direzione artistica di Daniela Tisi (con l’ausilio di Carlo Bachetti Doria). Fino al 15 settembre, undici giorni di incontri, mostre, escursioni, concerti, presentazione di libri, aquiloni, mongolfiere, tutto dedicato ai fenomeni dell’aria e del vento. Spesa a carico del Comune 67.000 euro, deliberata dalla giunta con proceduta sprint il 2 settembre.
Dal primo al 3 ottobre prossimi, poi, altro debutto. E annunciato a raffica su facebook, Asculum Festival, sottotitolo “Spazi di cultura e crescita personale”, tanti protagonisti, con l’obiettivo di “ritrovato benessere ed equilibrio personale” (che bello!). Nella presentazione si afferma addirittura “Asculum Festival è il più grande evento dell’anno ad Ascoli Piceno e online con tanti appuntamenti, interviste, talk e percorsi esperenziali”. Un investimento presumibilmente rilevante.
E’ alla seconda edizione, invece, Futuro Memoria Festival, che si svolgerà dal 22 al 26 settembre prossimi, organizzato dal Comune di Ascoli, con direttori artistici Massimo Arcangeli (linguista e critico letterario) e Gino Troli (docente e presidente dell’Amat). Organizzazione del Comune attraverso anche l’associazione “La parola che non muore”. Questo Festival, che già l’anno scorso si è caratterizzato per un format originale tra storia, filosofia, difesa dell’ambiente e scenari del domani, dovrebbe essere quello più qualificante sul piano dei contenuti. “Tradizione e innovazione si toccano impercettibilmente. Dove il passato può rigenerarsi e rinnovarsi e dove le contraddizioni possono confrontarsi per cercare una sintesi innovativa”. Tra pochi giorni dovrebbero essere svelati i protagonisti. Trapela il nome del noto paesologo Franco Arminio, poeta, scrittore, regista, protagonista di meritorie battaglie in difesa dell’ambiente.
E gli altri Festival cittadini già ampiamente collaudati organizzati ancora dal Comune o da associazioni culturali?
Ce ne sono davvero tanti. A cominciare da Ascoli Piceno Present, rassegna delle arti sceniche contemporanee (teatro, musica e danza) organizzato da Comune e Amat. Una vetrina sul teatro contemporaneo che sta diventando il punto di riferimento. In campo musicale ci sono ascolipicenofestival (Festival internazionale di musica in svolgimento che quest’anno compie 25 anni), Nuovi Spazi Musicali diretto dal maestro Ada Gentile le addirittura alla 42esima edizione (prima a Roma poi ad Ascoli), Cinesophia, la Milanesiana (tappa di un tour nazionale), I Teatri del Sacro, Ritratti d’artista rassegna internazionale di danza sperimentale svoltasi a giugno, che si sta facendo strada, alla quarta edizione, Festival del reportage diretto da Ignazio Maria Coccia quest’anno alla prima edizione e subito con un significativo successo.
Insomma il “pacchetto” Festival è quasi da grande città. Il problema, a nostro modesto avviso, come dicevamo all’inizio, in riferimento almeno alle manifestazioni più grandi, è garantire non solo un coordinamento (evitando ad esempio sovrapposizioni negative purtroppo frequenti) e uno scaglionamento ragionato nel corso dell’anno, ma soprattutto un’idea portante in grado di dare un indirizzo di fondo quindi maggiore identità, riconoscibilità e di conseguenza maggiore penetrazione tra il pubblico nazionale. E’ evidente che tocca all’Arengo, anche in chiave Ascoli capitale italiana della cultura 2024,assumere questo ruolo di gran regista, scegliere e valorizzare.
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