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Copagri: «Donne rurali quasi
metà della forza lavoro agricola,
ma solo il 13% possiede
la terra che lavora»

AGRICOLTURA - Per il direttore generale Maria Cristina Solfizi bisogna invertire trend rafforzando interventi strutturali per insediamento, permanenza e crescita aziende "rosa"
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«Quella di oggi è una imperdibile occasione per celebrare l’insostituibile e imprescindibile apporto fornito al comparto primario dalle tantissime donne che con coraggio contribuiscono allo sviluppo rurale, economico e sociale di tante aree difficili del mondo».

Maria Cristina Solfizi

Lo sottolinea il direttore generale della Copagri, Maria Cristina Solfizi, in occasione della “Giornata internazionale delle donne rurali”, che si celebra oggi e che è stata istituita nel 2007 dall’assemblea generale delle Nazioni Unite per contribuire a riconoscere il ruolo chiave delle donne nel promuovere lo sviluppo rurale e agricolo, contribuendo alla sicurezza alimentare e allo sradicamento della povertà rurale.

«Vale la pena di ricordare che le donne rurali rappresentano oltre un quarto della popolazione mondiale e, con riferimento ai soli paesi in via di sviluppo, costituiscono quasi la metà della forza lavoro agricola (il 43% circa), contribuendo concretamente alla produzione agroalimentare; anche nel nostro paese, dove si contano oltre 200.000 imprenditrici agricole, le donne rurali rappresentano poco meno della metà della forza lavoro agricola (il 40% circa) – prosegue Solfizi – in Italia l’agricoltura è uno dei settori con il più alto tasso di femminilizzazione, grazie a circa un’impresa su tre a conduzione femminile, con percentuali addirittura più alte nel mondo degli agriturismi, dove le strutture gestite da donne sono quasi 9.000».

«A testimoniare, però, quanto sia ancora lunga la strada per arrivare a colmare il cosiddetto gender gap c’è il significativo dato in base al quale, a fronte dei numeri poc’anzi richiamati, meno del 13% dei proprietari di terreni agricoli è donna» fa notare il direttore generale, ad avviso del quale “si tratta di un pericoloso trend da invertire quanto prima”.

«Per tale ragione, iniziative come quella odierna, seppur profondamente simbolica, devono servire a rimarcare l’esigenza di interventi strutturali che permettano alle donne di dedicarsi all’impresa e al contempo alla famiglia, garantendo l’insediamento, la permanenza e la crescita delle aziende “rosa”, e a rilanciare al contempo l’importanza del ruolo delle donne rurali, il cui lavoro – conclude Solfizi – è fondamentale dal punto di vista produttivo, ma anche sociale e umano, senza dimenticare la naturale propensione femminile nei confronti dell’innovazione e della multifunzionalità».


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