di Andrea Ferretti
Eravamo davvero in tanti a credere che Stefano Colantuono si fosse ormai ritirato. Che fosse andato in pensione, alla soglia dei 60 anni, in effetti ci sta pure. E invece no. Il tecnico romano – sambenedettese d’adozione, che ha legato il suo nome non solo alla Samb (prima da giocatore, poi da allenatore) ma come calciatore anche all’Ascoli, alla Fermana e alla Maceratese – torna alla ribalta ed eccolo in Serie A alla Salernitana per sostituire un marchigiano, stavolta doc: Fabrizio Castori da Tolentino, anche lui ex allenatore dell’Ascoli, che paga il ko di La Spezia e l’ultimo posto in classifica.
Colantuono da allenatore a direttore generale, poi di nuovo allenatore. Lo scorso anno venne ingaggiato da Serafino, patron della Sambenedettese, per fare il diggi. Ma la sua nuova avventura durò circa quattro mesi. In casa rossoblù sappiamo poi tutti come è andata a finire.
Ora rieccolo a Salerno, pronto a esordire in casa contro l’Empoli, gara non proibitiva. Proprio a Salerno, in B, sembrava aver chiuso la carriera da allenatore quando nel 2018 subentrò in corsa e dopo un pò si dimise sorprendendo tutti.
Da calciatore, dopo i due anni trascorsi ad Ascoli (una retrocessione in B e una promozione in A con Boskov), vinse addirittura uno scudetto nel calcio a cinque, ma quando arrivò all’Ascoli era reduce, sempre da calciatore, sì da una vittoria in Mitropa Cup col Pisa ma anche da tre retrocessioni consecutive dalla A alla B con le maglie di Pisa, Avellino e Como. Quella con l’Ascoli fu la quarta: forse un record.
Da allenatore iniziò nella Samb con un passaggio lampo dal campo alla panchina al posto di Enrico Nicolini, ex bandiera dell’Ascoli. La sua carriera di tecnico si è poi sviluppata con Catania, Perugia, Atalanta, Palermo, Torino, Udinese e Bari.
SERIE B – Salta la terza panchina in B. Dopo quella di Paci (fermano ed ex difensore dell’Ascoli in A) sostituito da Rastelli, quest’ultimo ora fa le valige pure lui. Paci durò due giornate, al posto di Rastelli arriva adesso Tedino che tenterà di risollevare il Pordenone, ultimo con un solo punto in otto giornate, peggior attacco (5 gol) e peggior difesa (22). In mezzo a questa “giostra” del Pordenone, c’è stato l’esonero di Di Carlo a Vicenza. Al suo posto Brocchi, ma la situazione non sembra essere cambiata.
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