Pericolo cessato dopo l’incendio divampato alla “Italservizi” di Centobuchi il 5 gennaio e protrattosi fino al giorno 7 quando, in aiuto dei Vigili del fuoco di Ascoli e San Benedetto, giunsero rinforzi da altri Comandi delle Marche. L’Agenzia regionale per l’Ambiente (Arpam), che subito dopo aveva analizzato l’aria attraverso il proprio laboratorio mobile posizionato nella zona industriale di Centobuchi, ha confrontato questi ultimi con quelli forniti dalla stazione di monitoraggio che San Benedetto si trova in Via Asiago.

L’incendio di Centobuchi
Sono state misurate le concentrazioni di benzene, monossido di carbonio, idrocarburi non metanici, biossido di azoto e polveri PM10.
La stessa Arpam sottolinea che nella fase più acuta dell’evento, i valori di concentrazione di benzene, monossido di carbonio e polveri PM10 si sono innalzati rispetto ai valori registrati dalla stazione di San Benedetto dove non sono avvenute variazioni significative.
In particolare, il livello di PM10 è sceso sotto la soglia prevista da normativa già nella giornata del 6 gennaio, mentre il livello di monossido di carbonio, che risente maggiormente della combustione incompleta tipica delle ultime fasi di spegnimento, è sceso sotto la soglia il 9 gennaio.
Incendio di Centobuchi, altra giornata di lavoro per i Vigili del fuoco (Foto e video)
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