Bolkestein: ciclone sugli chalet, per Assenti «valore dei lidi azzerato», per Ricci «dal Governo nessun limite alle multinazionali»

SAN BENEDETTO - Dopo l’approvazione della bozza del Governo Draghi, il settore è in mobilitazione. Molti i dubbi circa i criteri della messa all’asta dall'1 gennaio 2024 e anche sulla fattiva possibilità degli uffici preposti a gestire l’immensa mole di documentazione necessaria per le evidenze pubbliche e anche per la gestione successiva. Ecco cosa dicono due storici imprenditori balneari, presidenti di Confesercenti Marche e Itb Italia
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Sandro Assenti e Giuseppe Ricci

 

La questione Bolkestein irrompe nel settore del turismo balneare e in tutta Italia, dopo l’approvazione della bozza di riforma approvata martedì 15 febbraio dal Governo Draghi. Approvazione avvenuta all’unanimità per un testo che dà le indicazioni generali ma deve trovare traduzione nei decreti attuativi puntuali, entro sei mesi, con il passaggio alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica.

Sandro Assenti, presidente della Confesercenti Marche e titolare di uno stabilimento balneare a San Benedetto, il noto “Da Andrea”, commenta così la decisione del Governo: «L’unica cosa certa è che dal 1° gennaio 2024 si andrà alle evidenze pubbliche. Tanti però sono i dubbi ancora non risolti. Ad iniziare dalla difficoltà di gestire tanti aspetti da parte degli uffici comunali preposti, cosa che ad intuito mi fa pensare all’impossibilità di realizzare tutto quanto previsto nei tempi prospettati».

«Gestire in contemporanea centinaia di gare, valutare gli investimenti da ammortizzare, il valore dell’ammortamento e il valore commerciale di uno stabilimento, i punteggi delle premialità: se è difficile solo per una struttura, figuriamoci per tutte insieme» continua Assenti.

Alcuni aspetti, per l’imprenditore sambenedettese, lasciano perplessi: «Questo provvedimento svaluta a zero il valore degli chalet. Chi chiede un mutuo dovrà impegnare i propri appartamenti o altro, non potrà garantire il prestito con una struttura che perde il valore del capitale. Mi sembra assurdo che una problematica così complessa sia risolta da un Consiglio dei Ministri fatto senza ascoltare nessuno». E continua: «Ci sono paradossi come la richiesta di investimenti e il limite ai prezzi degli ombrelloni: dunque si dovranno buttare giù gli stabilimenti esistenti e rifarli daccapo, senza dimenticare i nuovi limiti di edificabilità che abbiamo nella Regione Marche e non solo. E chi andrà a controllare la realizzazione di questi investimenti? Sono necessarie ulteriori forze lavoro e tanta burocrazia, che al momento non c’è».

Altro aspetto ingarbugliato viene sottolineato: «Si è scritto che vengono date premialità a chi trae reddito principalmente dallo stabilimento balneare. Ma ci sono tante persone che per vivere svolgono anche altri lavori, perché dovrebbero essere punite?»

Assenti conclude: «La Bolkestein, chiamata anche Direttiva Servizi, nel nostro caso si applica invece ai concessionari di un bene pubblico. Inoltre il suo presupposto è che la risorsa sia scarsa, mentre gran parte delle spiagge italiane al momento non è in concessione. Nessuno ha ancora fatto una mappatura e ci si basa su una fatta dalla Legambiente…»

Giuseppe Ricci dell’Itb Italia, che ha speso tanti anni di lotta contro la Bolkestein, manifesta ancora voglia di combattere: «I passaggi in Parlamento non saranno semplici, la bozza così come è fa acqua da tutte le parti e la sua applicazione complicatissima: si prospetta un aumento dei costi di gestione e contemporaneamente una limitazione del fatturato. Il problema è che il tempo è poco». L’Itb ha chiesto alle forze politiche di valutare la sdemanializzazione dell’area dove sorgono i fabbricati commerciali o una esclusione dalla Bolkestein del settore balneare: «Lo stesso Bolkestein ha detto pubblicamente che noi non c’entriamo nulla con la sua direttiva: è una situazione assurda».

Ricci aggiunge: «Nella bozza del governo non è stato scritto neanche di limitare la partecipazione della aste: così le grandi imprese anche straniere potrebbero fare man bassa e spazzare via il sistema delle micro-imprese familiari, vanto del nostro turismo a livello mondiale».

Ma il settore è in mobilitazione in tutta Italia e la prossima estate potrebbe essere diversa dalle altre. Intanto martedì prossimo prima manifestazione di protesta, a Bologna “Contro la direttiva Bolkestein! Contro le Multinazionali!” a cui parteciperanno diverse sigle sindacali.

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