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Chalet all’asta, Fratelli d’Italia: «Atto di esproprio, daremo battaglia in Aula»

PRIME reazioni politiche alla bozza di riforma del Governo. Sulla Direttiva Bolkestein arrivano dal partito di opposizione. La deputata Lucia Albano: «Impossibile per le famiglie difendersi dalle multinazionali». Luigi Cava, coordinatore sambenedettese: «I grandi gruppi hanno fretta di ottenere garanzie e Draghi gliele ha date»
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Se il Governo Draghi ha approvato, nella giornata di lunedì 15, la bozza di riforma del settore delle concessioni balneari, gli esponenti di Fratelli d’Italia, unico partito in opposizione in Parlamento, non fanno mancare la loro contrarietà alla misura presa in attuazione della Direttiva Europea Bolkestein.

Lucia Albano

Lucia Albano, deputata di Fratelli d’Italia, scrive che «la decisione del Consiglio dei Ministri di mettere a gara tutte le concessioni balneari a partire dall’1 gennaio 2024 è inaccettabile. Il governo italiano ha subito i diktat dell’Unione europea».

«Indire le gare significa esporre alla spietata concorrenza del mercato estero ben 30.000 imprese, che impiegano circa 300.000 addetti. Le Marche con 607 strutture, è il terzo territorio con più stabilimenti balneari in Italia: un danno incalcolabile per gli imprenditori marchigiani. Per la maggior parte dei casi, si tratta di piccole e medie imprese a conduzione famigliare, che le deboli tutele normative introdotte dal governo non riusciranno a proteggere dallo strapotere delle multinazionali straniere.Daremo battaglia in Aula per difendere le aziende italiane, è una promessa».

Luigi Cava

Luigi Cava, coordinatore comunale di FdI a San Benedetto, parla di “scellerate decisioni che rischiano di rompere  gli equilibri economici e sociali della nostra città.

 

«Il Governo Draghi ha decretato un vero e proprio atto di esproprio per migliaia di imprese balneari, per lo più a dimensione familiare, che hanno fondato la loro economia investendo su un settore che è figlio dell’impronta che esse stesse hanno saputo imprimere: si tratta di passaggio che stravolgerebbe un’intera economia, con risvolti devastanti anche sul piano sociale» scrive Cava, secondo il quale la fretta del governo, in piena pandemia e con crisi internazionali e caro energetico, rivela che «i grandi gruppi hanno fretta di ottenere garanzie e l’attuale sgangherato governo ha provveduto a esaudire i desiderata di Bruxelles».

 

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