Avis dei Sibillini, un’assemblea per ripartire più forte di prima

PUNTO di riferimento dell'entroterra piceno e fermano, la grande famiglia avisina ha chiuso il 2021 con un leggero decremento dovuto alla pandemia e alle sue restrizioni. In attesa di una sede più consona, ecco le parole del presidente Franco Rossi e del vice Domenico Annibali
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Franco Rossi e Domenico Annibali, presidente e vice presidente

Si è svolta, si spera per l’ultima volta da remoto, l’assemblea annuale per l’Avis dei Sibillini di Amandola. La grande famiglia dell’Avis da tanti anni è un punto di riferimento della comunità montana e di quanti hanno necessità di ricevere sangue e plasma. Purtroppo anche quest’anno, per le limitazioni ancora presenti, non è stato possibile svolgere la “Festa del Donatore”, consueta manifestazione per ringraziare i donatori e trascorrere un momento sereno in compagnia di amici e parenti.

 

Il 2021 si é comunque concluso con un lieve decremento (-12) di sacche di sangue donate: 550 rispetto alle 562 del 2020. Una riduzione questa imputabile a più fattori: lo scarso ricambio generazionale, la difficoltà di raggiungere il centro di raccolta di Amandola entro le ore 17,30 del giovedì e, non da ultimo, molti donatori risultati positivi al covid.

 

Ai 350 donatori periodici, si sono aggiunti venti nuovi soci, di cui quindici hanno un’età compresa tra i 18 e i 35 anni. Nonostante le limitazioni e le difficoltà organizzative, l’Avis dei Sibillini ha partecipato a diverse manifestazioni nel corso dell’anno appena trascorso quali la “Fiera degli Uccelli” a Comunanza e “Diamanti a tavola” ad Amandola.

 

Ma la manifestazione più significativa è stata senza dubbio quella organizzata dalla scuola, all’Istituto comprensivo interprovinciale di Comunanza che, all’interno di un progetto denominato “Il Giardino dei Giusti”, ha intitolato un’aiuola antistante l’edificio scolastico delle scuole medie di primo grado ai donatori di sangue dell’Avis.

 

«Un giardino dedicato – ha ricordato il presidente Franco Rossi – a donne e uomini che, in ogni tempo e in ogni luogo, hanno fatto del bene salvando vite umane battendosi in favore dei diritti umani durante i genocidi e hanno difeso la dignità della persona rifiutando di piegarsi ai totalitarismi e alle discriminazioni tra esseri umani. L’aiuola dedicata ai donatori dell’Avis dimostra che tutti comprendiamo quanto bene viene fatto da tutti coloro che donano una parte del loro sangue, tante volte e per tanto tempo, a beneficio di chi si trova nella condizione di poter perdere la vita».

 

Il vice Domenico Annibali ha ricordato che esistono ancora “problemi” non ancora risolti come quelli legati alla mancanza di una sede più consona ad accogliere i donatori nel momento della donazione. Considerando che ancora, dal 2017, il container rappresenta l’unica possibilità per la donazione dei tanti volontari, non più giovanissimi, dell’entroterra fermano e piceno, che hanno affrontato il disagio a dover restare fuori, per le norme di sicurezza covid, al freddo, alla pioggia nonostante i diversi appelli agli organi competenti, in primis l’Area Vasta 4, rimasti ancora senza risposte.

 

Dobbiamo comunque riconoscere che nei momenti più difficili sotto il profilo meteorologico, l’Amministrazione comunale di Amandola ha consentito l’utilizzo di una stanza per mitigare l’attesa del volontario prima della donazione.

 

Come da statuto, sono infine stati approvati i bilanci consuntivo 2021 e preventivo 2022 e individuata la sede, sperando in presenza, per il prossimo anno a Comunanza. Ribadita inoltre la realizzazione della manifestazione per il 70° anniversario di fondazione, ormai 73°, della presenza dell’Avis di Amandola nel territorio dei Sibillini.


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