La scomparsa di Corrado Vitali, la famiglia ringrazia la “Barilla”

ASCOLI - I familiari del 61enne di Palmiano, deceduto all'ospedale di San Benedetto, si rivolgono alla direzione e a tutti i dipendenti dello stabilimento ascolano che hanno osservato cinque minuti di silenzio in memoria del loro collega e amico con cui hanno condiviso oltre trent'anni di lavoro
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Corrado Vitali

 

di Andrea Ferretti

 

«Vogliamo ringraziare di cuore la “Barilla”, la direzione e tutti i dipendenti dello stabilimento di Ascoli dove per tanti anni ha lavorato Corrado per le numerose testimonianze di solidarietà che in questi giorni ci hanno sentire un pò meno soli. I cinque minuti di silenzio osservato in azienda, nel suo ricordo, è stato un gesto di grande sensibilità».

 

Sono parole dei familiari di Corrado Vitali, il 61enne che abitava a Castel San Pietro di Palmiano, morto a 61 anni dopo che era stato ricoverato all’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto per un improvviso malore che lo aveva colpito mentre si trovava a in casa.

 

In questi giorni sono state davvero tante le persone che si sono strette intorno all’immane dolore della moglie Maria Grazia, delle figlie Natascia, Ramona e Serena, dei tre nipotini, di Emanuele, Emiliano e Umberto.

 

Un uomo forte, un grande lavoratore. Un uomo buono Corrado, la cui scomparsa ha lasciato un vuoto tremendo e incolmabile. Era stato assessore e poi consigliere comunale nel minuscolo Comune di Palmiano, la sua Palmiano, accanto a Giuseppe Amici, sindaco ma soprattutto un caro amico con il quale aveva condiviso almeno due decenni di pubblica amministrazione.

 

Corrado si divideva tra i lavoro di elettricista manutentore alla “Barilla” di Ascoli, dove lavorava da oltre trent’anni e il mestiere di marito, padre e nonno. Ma riusciva anche a fornire il proprio incondizionato sostegno ad ogni iniziativa della Pro Loco e del gruppo di Protezione Civile di Palmiano.

 

Che fosse un uomo forte e una persone buono, come del resto la sua famiglia, lo conferma il grande gesto della donazione di fegato e reni, gli organi che sono stati prelevati all’ospedale di San Benedetto e poi trapiantati in una corsa contro il tempo in quello anconetano di Torrette. Un prelievo eseguito al “Madonna del Soccorso”.

 

«Un apprezzabile gesto di altruismo e generosità dei familiari, concordi e favorevoli alla procedura, congiuntamente alla professionalità di tutto il personale sanitario coinvolto» come ha dichiarato Massimo Esposito, il direttore generale di Area Vasta 5

 

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