Da un caos all’altro. Dopo quello dei rifiuti con 22 persone iscritte sul registro degli indagati da patte della Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona, ecco ora che la Guardia di Finanza di Ascoli ipotizza il reato di corruzione e sequestra somme di denaro dai conti correnti di due dipendenti – un uomo e una donna – dell’Amministrazione provinciale e di due privati di una società esterna. Una cifra totale abbastanza irrisoria (13.000 euro) ma che non cambia la musica, cioè l’ipotesi di reato.
Le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia economico-finanziaria del Comando provinciale di Ascoli hanno proceduto così al termine di indagini che sono state dirette dalla Procura della Repubblica di Ascoli.
Le somme sequestrate vengono ritenute corrispondenti al “prezzo” del reato di corruzione, cioè al denaro offerto, e ricevuto, dai pubblici dipendenti per compiere atti di ufficio a vantaggio del privato e relativi al perfezionamento di forniture di beni e servizi da parte di una società in favore dell’Amministrazione provinciale.
Il sequestro preventivo è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ascoli che ipotizza, oltre ai reati di corruzione, anche quelli di abuso di ufficio e truffa aggravata.
Nel corso delle indagini, uno dei due dipendenti della Provincia – il funzionario – diversi mesi fa è stato sospeso dall’Amministrazione provinciale dallo stipendio e dalle funzioni da parte. La seconda persona, la dipendente, è stata nel frattempo spostata ad altro incarico.
Il Comando provinciale della Guardia di Finanza, inoltre, ha evidenziato profili di responsabilità contabile e lo ha segnalato per proprio conto alla Procura regionale della Corte dei Conti. Si ipotizza un danno erariale di quasi 200.000 euro.
Da termini inglesi a quelli latini, e viceversa. Stavolta l’operazione è stata battezzata “Do ut des” (io do affinché tu dia).
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati