Il parterre del Filarmonici (foto di Giandomenico Lupi)
Dalla Ciclovia Adriatica alla rigenerazione dei borghi, dalle scuole alle infrastrutture, passando per la linea ferroviaria Adriatica. E poi lotta allo spopolamento, in particolare nel centro storico di Ascoli e nell’entroterra, parchi, sanità, transizione ecologica. E rilancio delle zone colpite dal terremoto. Ormai l’acronimo PNRR, che sta per Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è entrato appieno nella vita quotidiana. Senza entrare troppo nello specifico, si tratta di soldi, tanti, che a breve arriveranno dall’Europa (anche) nel Piceno.
Il sindaco Fioravanti e il ministro Gelmini
«Un’opportunità che stanzierà per le Marche circa 1 miliardo di euro, di cui metà destinata a “rivoluzione verde” e infrastrutture per circa 447 milioni: ogni volta che vengo nella vostra regione percepisco tensione in merito all’isolamento determinato da infrastrutture non sufficienti. Una sfida da vincere anche favorendo la sostenibilità».
Queste le parole del ministro (per gli affari regionali e le autonomie) Maria Stella Gelmini, ospite di punta dell’incontro che al Filarmonici ha messo al centro proprio il PNRR, nell’ambito di “Italiadomani – Dialoghi sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, l’iniziativa promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha di fatto debuttato nelle Marche proprio con l’incontro odierno.
Sul palco, oltre alla Gelmini, il sindaco Marco Fioravanti, il presidente della Regione Francesco Acquaroli, Alberto Tabacchi (dirigente generale della Segreteria tecnica del PNRR), Romano Benini (coordinatore della Segreteria tecnica del Piano Complementare per le aree dei sismi 2016 e 2009) e Paola Ansuini, capo ufficio per la comunicazione istituzionale e le relazioni con i media della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Per l’occasione, chiusa al traffico via delle Torri in direzione Piazza Sant’Agostino e grande spiegamento Forze dell’ordine. Presenti in platea numerose autorità civili e militari, dai rappresentanti di Carabinieri e Guardia di Finanza fino al questore Modeo e al prefetto De Rogatis, passando per assessori, consiglieri comunali, rappresentanti di forze politiche sia locali che regionali e sindaci del territorio.
«Il PNRR rappresenta una grande sfida che dobbiamo raccogliere al meglio -aggiunge il sindaco Fioravanti-. Ascoli ha ricevuto ben 90 milioni di euro per il progetto PINQuA, un finanziamento più che importante ma che dobbiamo assolutamente rendere operativo al più presto, velocizzando i passaggi. Per questo abbiamo anche allestito un ufficio dedicato. Nello specifico, si tratta di 75 milioni per il ripopolamento del centro storico e 15 milioni per le frazioni. Viviamo un momento decisivo anche a livello infrastrutturale, tra ammodernamento della Salaria e “Ferrovia dei due mari”. Rilanciare le aree interne dell’Appennino diviene fondamentale, l’Italia si scioglie se perde la propria colonna vertebrale, avremo case nuove che però rischiano di restare vuote».
L’attesa fuori dal teatro
«Ci sono 500 milioni per la la linea ferroviaria Orte-Falconara, per la elettrificazione della Civitanova Macerata e per la Adriatica -conferma la Gelmini-. Il PNRR, poi, punta sulla valorizzazione del sistema portuale, una delle più grandi aziende della regione con oltre 7.000 dipendenti, con 92 milioni vogliamo accrescere la competitività dei porti di Pesaro, Ancona e San Benedetto».
«Ribadisco, si tratta di una occasione straordinaria per il nostro territorio -conferma Acquaroli-. Le Marche hanno bisogno di strategie per dare risposte a sfide indispensabili per tornare ad essere competitive. Tra i tanti temi, spopolamento e sanità su tutti, c’è preoccupazione in merito alla linea Adriatica, non tanto a livello materiale, quanto per l’utilizzo: si parla di un traffico merci importante di 170 treni al giorno, che in una zona a vocazione turistica che parte da Porto d’Ascoli e arriva a Gabicce creerebbe un forte impatto. Dobbiamo cercare di capire come cogliere le occasioni, ma tenendo d’occhio sostenibilità e futuro».
Tanta la carne al fuoco, almeno tanta quanto la mole di fondi a disposizione. La certezza è che davvero si tratta di una sfida epocale, sia a livello di mole di lavoro, che di sviluppo e conseguenti tempistiche di messa a terra dei progetti. Imponenti risorse che vanno a coprire una serie di nodali settori. E che potrebbero finalmente dare la svolta.
Alberto Tabacchi
Romano Benini
Gelmini ed Acquaroli
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