Il Coordinamento provinciale di Italia Viva attraverso l’ascolana Maria Stella Origlia, e l’ex consigliere regionale – il sambenedettese Fabio Urbinati – per il Comitato “Difendiamo la Sanità pubblica”, intervengono sulla situazione della Sanità picena.
Fabio Urbinati
Il Comitato parla di «sfrontatezza verso i cittadini di San Benedetto nella annunciata decisione di ridurre il personale infermieristico in servizio al Pronto Soccorso dell’ospedale “Madonna del Soccorso”. I motivi sono noti e segnalati da più parti con encomiabile ostinazione, ma vogliamo insistere e denunciare l’irragionevolezza di una scelta che porterebbe al collasso il servizio primario dell’emergenza del nostro ospedale mentre siamo ancora in fase pandemica. A tutt’oggi nel nostro distretto si registra un numero di contagi da covid quasi il doppio rispetto al resto della Provincia; fortunatamente, e grazie alla campagna vaccinale, i casi non sono da ricovero in terapia intensiva ma confluiscono e sono gestiti dal Pronto Soccorso, con un carico di lavoro per il personale addetto sanitario e infermieristico non più sopportabile, ormai stremato e demoralizzato dopo oltre due anni di emergenza sanitaria. A tutt’oggi non è ancora attiva la convenzione con la cooperativa di medici per sopperire alla ormai annosa criticità di personale; di fatto da oltre sei mesi la Murg svolge funzione di appoggio per altri reparti.
A tutt’oggi gran parte del personale non può usufruire di un diritto primario quale quello delle ferie; una richiesta di lavoro crescente, anche per far fronte alla carenza degli organici, che si rispecchia nell’impossibilità di godere delle ferie accumulate con conseguenze importanti sullo stress psico-fisico. Siamo all’inizio della stagione turistica ed è superfluo ricordare l’impatto del flusso turistico sul Pronto Soccorso, aggravato dal fatto che già nel 2021 non fu possibile attivare sul territorio costiero tutte le postazioni di Guardia Medica Turistica per mancanza di personale medico. Il silenzio dell’Amministrazione di San Benedetto, comune capofila del nostro distretto sanitario, non è più giustificabile, rischia di diventare complice e corresponsabile della Direzione di Area Vasta 5 e delle scelte della giunta regionale».
Maria Stella Origlia
Gli fa eco il Coordinamento provinciale di Italia Viva che affronta anch’esso i problemi della Sanità picena. «C’è preoccupazione per la Sanità marchigiana e, nella fattispecie, per la situazione di stallo che si registra nel sud delle Marche. A quasi due anni dall’insediamento della giunta Acquaroli non si ha evidenza dell’epocale cambio di rotta annunciato in campagna elettorale e negli anni che hanno preceduto le elezioni, durante i quali vari esponenti del centrodestra piceno promettevano una radicale svolta in ambito sanitario, sia per quanto attiene il potenziamento della medicina territoriale (per la verità sbandierata da molti), sia per quanto riguarda il rafforzamento del contingente medico ed infermieristico, sia per la difesa delle strutture esistenti. Dopo quasi due anni nulla di tutto ciò è tangibile, se non per la presentazione di un Masterplan che, al netto di categorie strutturali riviste dal Pnrr governativo, penalizza il Piceno sia in termini di finanziamenti totali, che in ordine alla riorganizzazione delle strutture.
Gli ospedali “Mazzoni” di Ascoli e “Madonna del Soccorso” di San Benedetto
L’assessore alla Sanità ha dichiarato che potrebbero essere rivisitate le Aree Vaste che, per quanto ci riguarda, potrebbero vedere l’unificazione dell’Area Vasta di Ascoli con quella di Fermo. Sicuramente la notizia desta preoccupazione visto che il presidente della Provincia Sergio Loggi chiama tutti i sindaci del territorio al fine di “sollecitare azioni volte a riaprire il dibattito e chiedere risposte certe ai vertici regionali”. Per quanto riguarda la presunta riduzione di personale infermieristico al Pronto Soccorso dell’ospedale di Sn Benedetto, richiamiamo ancora una volta l’attenzione della Regione e dell’assessore alla Sanità affinchè i denari del Pnrr destinati alle Marche vengano impiegati così come è indicato nel dispositivo del Governo, prestando maggior attenzione al territorio piceno che ancora oggi resta a tutti gli effetti la cenerentola delle Marche».
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