di Federico Ameli
Oltre ad aver lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di familiari e amici, la tragica scomparsa di Simone Ferri, il 22enne di Castel di Lama morto lo scorso giovedì 26 maggio a seguito di una caduta dal tetto di un capannone, ha contribuito a puntare ancora una volta i riflettori su una problematica che, nonostante l’aggiornamento dei protocolli di sicurezza e una serie di regole – almeno sulla carta – sempre più rigide, continua a mietere vittime innocenti nel Piceno come in tutta Italia.
Simone Ferri (foto Facebook)
Morire sul posto del lavoro, nel 2022, lascia senza parole. Eppure il fenomeno non accenna a placarsi, come evidenziato anche dal circolo Pd di Castel di Lama, che facendosi portavoce del cordoglio della comunità lamense chiede alle istituzioni di mettere in campo un sistema di prevenzione in grado di scongiurare gli infortuni ai danni di chi non sempre può contare sul sacrosanto diritto a un ambiente di lavoro sicuro in cui mettere in campo competenze e professionalità, senza dover necessariamente temere per la propria incolumità.
«Continuiamo a dover prendere atto di incidenti mortali sul luogo di lavoro – esordiscono i dem di Castel di Lama -. Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Inail nel primo trimestre del 2022 sono state 189, 4 in più rispetto a quelle registrate nel primo trimestre del 2021 e ben 23 in più di quelle dello stesso periodo di riferimento del 2020.
Questi numeri mostrano inequivocabilmente quanto poco sia stato fatto per migliorare la sicurezza dei lavoratori. Non è una società civile quella che si adatta passivamente a registrare le “morti bianche”, e lo sdegno non può essere di circostanza e durare il solo tempo imposto dalle circostanze.
In fondo, come ha ricordato anche Papa Francesco, stiamo parlando di persone e non di numeri, amici, conoscenti e familiari che si sono alzati per andare a lavoro e non hanno fatto più ritorno a casa».
Stefano Falcioni segretario del Pd di Castel di Lama
Agli occhi dei democratici lamensi la soluzione è una soltanto: aumentare sensibilmente il numero e la scrupolosità dei controlli andando a rimpolpare le fila degli operatori preposti alle ispezioni sui luoghi di lavoro.
«L’idea condivisa all’unanimità dal Pd di Castel di Lama – proseguono – è combattere il triste fenomeno degli incidenti mortali mettendo in piedi un sistema capace di prevenire e contemporaneamente controllare, con un numero adeguato di ispettori e professionisti preposti al monitoraggio costante dei luoghi di lavoro.
Per farlo, però, sono necessarie nuove assunzioni, prendendo ad esempio modelli virtuosi già presenti all’interno della comunità europea.
Il tempo di passare dalle parole ai fatti – concludono – è abbondantemente passato. La politica nazionale si faccia carico delle proprie responsabilità». Nella speranza che il tragico destino di Simone possa davvero far riflettere e servire, una volta per tutte, da esempio.
Morte sul lavoro: per Simone è tempo di riposare in pace, per la giustizia quello di andare avanti
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