Stefano Papetti
di Andrea Ferretti
«E’ vero, quel visitatore della Galleria Licini l’ho incontrato e mi ha esposto le sue proteste, ma non mi ha però dato modo di spiegargli cosa stesse accadendo alla Galleria che se ne è andato. Sicuramente mi conosce, perché fino a qualche andavo a Castelfidardo, dove lui vive, per tenere delle conferenze presso l’Associazione culturale Agorà. Gli avrei parlato anche di questo, ma non me ne ha dato il tempo».
Ad affermarlo è il professor Stefano Papetti, direttore dei Musei civici di Ascoli, a proposito della protesta, accompagnata da una lettera indirizzata anche al Comune di Ascoli, del signor Franco Luchetti di Castelfidardo (Ancona), arrabbiato e fortemente deluso per come è andata la sua “puntata culturale” che ha scelto di fare nel capoluogo piceno.
La Galleria Licini
Purtroppo lui e la moglie che era in sua compagnia hanno visitato la Galeria d’arte contemporanea “Osvaldo Licini” proprio nelle due settimane in cui tre stanze sono spoglie di opere.
«Ma non è che le opere non ce le abbiamo – spiega Papetti – solo che quelle stanze sono vuote perché dal 30 giugno, nell’ambito de “La Milanesiana”, sarà allestita proprio lì la mostra delle fotografie di Carlo Verdone, che resteranno esposte fino al 15 settembre. Purtroppo – aggiunge – quel signore è capitato diciamo nel momento sbagliato, proprio in questa fase intermedia tra una mostra e l’altra».
Quelle stesse stanze hanno ospitato la mostra dell’artista Marco Neri, vincitore della prima edizione del “Premio Osvaldo Licini by Fainplast” dedicato alla pittura italiana.
«Spero che torni a visitare la Galleria Licini – la conclusione del professor Papetti – le sue opere e le mostre temporanee che allestiremo».
Per quanto riguarda i numeri cui fa riferimento il visitatore deluso, il professor Papetti spiega che quando ci sono le opere esposte viene distribuito un foglio dove sono riportate le spiegazioni, numerate, delle varie opere. «Anche alla Licini abbiamo un percorso di questo tipo – dice il direttore dei Musei civici – e anche un percorso per non vedenti, persone alle quali vengono consegnati ovviamente testi braille».
La questione ascensore? Il signor Luchetti si è lamentato di averlo trovato chiuso. «L’ascensore – risponde Papetti – si trova da un’altra parte della struttura rispetto alle sale, per cui è chiuso. Ma viene aperto quando c’è la richiesta e questo è avvenuto».
«So bene che se non ci fossero le scale e se le sale si trovassero a pianoterra – conclude il professor Papetti – sarebbero più facili da raggiungere e quindi più fruibili. Ma non possiamo demolire un edificio del Quattrocento per adeguarlo a questo».
Galleria d’arte “Osvaldo Licini”, le proteste di un visitatore molto deluso
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