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Pronto soccorso 2.0 con bed manager, comfort e taglio alle attese: «Piano sperimentale per 3 mesi»

SANITA' - Il presidente Francesco Acquaroli e l'assessore Filippo Saltamartini hanno presentato il progetto, al via oggi, che si contraddistingue in 10 punti chiave. Il governatore: «Stiamo mettendo in campo una serie di azioni fondamentali per dare una risposta immediata ad una emergenza di sistema che non coinvolge solo la nostra regione. Non è una soluzione definitiva, ma è un passo avanti. Nel frattempo stiamo lavorando ad interventi strutturali»
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Da sinistra Elena Leonardi, Filippo Saltamartini, Francesco Acquaroli

Scatta il piano per il potenziamento dei Pronto soccorso nelle Marche. Istituita la figura del bed manager. Da oggi al via il piano sperimentale per riorganizzare e potenziare le attività dei pronto soccorso e ridurre tempi di attesa e disagi dei cittadini. Lo hanno annunciato il presidente della Regione Francesco Acquaroli e l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini dopo l’approvazione della relativa delibera in giunta. Presenti tra gli altri, anche la presidente della Commissione Sanità Elena Leonardi e il dirigente Armando Gozzini.

 

«Stiamo mettendo in campo una serie di azioni fondamentali – ha detto Acquaroli – per dare una risposta immediata ad una emergenza di sistema che non coinvolge solo la nostra regione, ma tutte le regioni d’Italia. Una di queste è il piano di potenziamento dei Pronto soccorso che si avvia da oggi per tutto il periodo estivo, per cercare di efficientare tutto il sistema di emergenza-urgenza. Nel frattempo stiamo lavorando anche ad interventi strutturali che però hanno bisogno di più tempo per dare risultati tangibili soprattutto laddove manca la continuità assistenziale sul territorio e scarseggiano i medici di medicina generale.

 

Pensiamo che i “codici” che arrivano in pronto soccorso sono bianchi o verdi per il 50% e, non rivestendo il carattere di urgenza o di appropriatezza, sono destinati a lunghe attese e a disagi per i cittadini. Vogliamo andare incontro a questa fascia di utenti perché crediamo che, soprattutto nel periodo estivo quando ci sono anche i turisti, vadano date risposte più efficienti. Non si tratta di una soluzione definitiva, ma è comunque un passo avanti».

 

PotenziamentoProntoSoccorso_Saltamartini Saltamartini ha aggiunto che il problema dei pronto soccorso è dovuto alla «cronica carenza di personale e ad occasionali e temporanee situazioni di sovraffollamento», che causano «un prolungato stazionamento dei pazienti in fase pre e post-triage. Per risolvere i problemi abbiamo quindi effettuato – ha aggiunto Saltamartini – una verifica sull’attività dei pronto soccorso regionali e sono emerse specifiche indicazioni utili al potenziamento delle attività in emergenza-urgenza. Sono stati inoltre condotti incontri con il gruppo tecnico regionale costituito dalle Direzioni degli Enti e delle Aree Vaste per la mappatura delle criticità e l’identificazione di specifiche strategie per il potenziamento dei servizi».

 

Con l’arrivo dell’estate e a garanzia dei programmi di ferie estive del personale «che a causa del Covid ha già fatto anche troppe rinunce, la Regione ritiene opportuno sperimentare ulteriori misure organizzative che possano garantire una maggiore capacità delle strutture del sistema sanitario regionale, in risposta ai bisogni assistenziali di emergenza sanitaria, maggiore o minore, e maggior supporto alla continuità della presa in carico». La sperimentazione avrà durata da oggi al 15 settembre 2022.

 

Le iniziative sono dieci. La prima: ottimizzazione dell’attesa attiva. Dovrà essere garantita maggiore trasparenza informativa in merito ai tempi di attesa. E saranno usati anche strumenti di supporto per la traduzione a distanza o schede di accoglienza multilingue. Poi più comfort in sala d’attesa con cartellonistica, opuscoli, videoproiezioni, monitor tv, filodiffusione musicale, erogatori di bevande e cibo. Secondo aspetto: la gestione delle conflittualità: integrazione in pronto soccorso, h24, di una figura con compiti comunicatore/facilitatore (psicologo, infermiere, personale del volontariato accreditato) e del mediatore culturale al fine di fornire al cittadino che accede in pronto soccorso le informazioni richieste. La trasparenza informativa mediante tabelloni elettronici/display che indichino in tempo reale: il numero di postazioni di emergenza impegnate, il numero di pazienti nelle sale visita; il numero di pazienti in attesa di ricovero; il numero di pazienti in attesa per ogni classe di priorità; i tempi medi di attesa per ogni classe di priorità.

 

PotenziamentoProntoSoccorsoLe rilevazioni informatizzate sul livello di sovraffollamento dei pronto soccorso dovranno essere rese disponibili in tempo reale a 118 regionale e all’Agenzia Regionale Sanitaria. Terzo punto: sarà istituita la figura del bed manager.

 

«Ogni struttura ospedaliera dotata di Pronto soccorso – dice la Regione – dovrà individuare formalmente la figura del Bed Manager, operativa H12, finalizzata ad assicurare, attraverso il coordinamento e l’integrazione delle aree produttive ospedaliere e dei percorsi diagnostico/terapeutici, la tempestiva prosecuzione della presa in carico del paziente».

 

Quarto punto: ci sarà poi un piano di gestione del sovraffollamento «aggiuntivo rispetto a quello per le gravi emergenze, da rendere operativo nei casi di sovraffollamento “relativo”. Il fine è ottimizzare la permanenza dei pazienti nelle aree del Pronto soccorso/Obi ed evitare in ogni caso lo stazionamento prolungato dei pazienti su letti bis e barelle. Con sovraffollamenti o stazionamento prolungato sarà compito del Responsabile del Pronto soccorso informare tempestivamente il Direttore sanitario e il Direttore generale al fine di concordare specifiche azioni per la risoluzione della criticità.  In tal caso, verrà garantita la disponibilità di comfort di tipo alberghiero, compatibilmente con le condizioni cliniche del paziente».

 

Altri due passaggi: Definizione dei percorsi di fast track, ossia invio rapido dei pazienti in ambulatori dedicati per alcune specialità e patologie minori. Continuità assistenziale e dimissioni protette: le strutture ospedaliere dovranno definire procedure efficaci per la semplificazione e accelerazione dei trasferimenti dei pazienti, se consentito dalle condizioni cliniche, dai reparti per acuti a quelli di post-acuzie e residenziali. Settimo aspetto: “Misure straordinarie per garantire la disponibilità di medici”.

 

«Si ritiene indispensabile verificare preliminarmente la messa in atto, anche in via straordinaria, di tutte le possibili modalità di reclutamento per dotare ogni Pronto Soccorso del personale adeguato, che dovrà essere specificamente formato, a garanzia di una efficace erogazione dei servizi. Saranno poi adottate, ottavo punto, “Misure organizzative per la gestione delle non urgenze/urgenze minori” con il coinvolgimento della medicina territoriale e incentivazione all’uso di strumenti di teleconsulto e telemonitoraggio».

 

Per l’osservazione breve intensiva (Obi) in connessione funzionale con la Medicina d’Urgenza: le strutture ospedaliere dovranno provvedere a rendere disponibili postazioni Obi (1 postazione adulto ogni 5.000 accessi al pronto soccorso più 2 postazioni pediatriche per ogni Unità operativa di pediatria), di cui almeno la metà dotate di sistemi di monitoraggio multiparametrico del paziente.

 

Altro punto (il nono) del programma “Progetti di adeguamento strutturale e tecnologico”: «Ogni struttura ospedaliera dovrà redigere uno specifico progetto finalizzato ad adeguare, qualora necessario, gli spazi dedicati alle attività di emergenza-urgenza, per garantire facile accessibilità all’ utenza e comfort nella fase di attesa. Sarà inoltre necessario definire interventi per l’acquisizione e l’aggiornamento delle risorse strumentali a disposizione del pronto soccorso, in particolare per la diagnostica Radiologica».

 

Infine a conclusione del decalogo, ci sarà l’attivazione di percorsi specifici, pediatrico e ostetrico: «Il Triage pediatrico dovrà essere effettuato da un infermiere pediatrico, ove presente in organico, o da un infermiere specificamente formato per la valutazione e la presa in carico del paziente pediatrico e della sua famiglia».


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