Venerdì 24 giugno alle ore 18 nuovo appuntamento ad Ascoli con “Passeggiate Vagabonde” della Fondazione Don Giuseppe Fabiani. Nel giardino della sede di Via Annibal Caro è in programma un incontro dedicato ad Alberto Farina, conosciuto anche come B’lò, scrittore e poeta dialettale scomparso due anni fa. Parteciperanno parenti e amici di Alberto con ricordi e testimonianze, quindi Caterina Speca leggerà alcune sue poesie.
Alberto B’lò Farina era nato in Rua Carlo Palucci il 16 aprile 1945. Innamorato della sua città e della cultura, passa l’infanzia e la prima adolescenza tra le ruette che gli hanno dato i natali, giocando con i coetanei e, grazie soprattutto alla conoscenza di Don Giuseppe Fabiani e dei suoi insegnamenti, si cimenta anche con il tennistavolo con la Virtus San Pietro Martire con cui gioca prima nei campionati provinciali e poi in quelli regionali riportando vittorie e premi.
Eclettico e curioso, ma anche sempre alla ricerca di nuove sfide e stimoli, dopo aver sviluppato le sue doti sportive, decide di cimentarsi anche nelle arti e, con la tenacia e volontà che lo hanno sempre contraddistinto, inizia a suonare la batteria ed entra nel gruppo de “I Lupi” con cui si esibì non solo ad Ascoli ma anche al mitico “Piper” di Roma. Con alcuni amici fondò e suonò anche nel gruppo de “I Misteriani”.
Particolarmente portato per le scienze e la tecnica, giovanissimo inizia a lavorare come elettromeccanico fino a quando non ha un incidente che lo costringe a fermarsi momentaneamente. Nel 1973 sposa Maria Pia Lelli e con lei parte per l’Australia con l’intenzione di trasferirsi e restare a lavorare lì. Ma il destino o l’attrazione per la sua città, rimescolano le carte e, complice un ciclone, B’lò torna a casa riprendendo la sua attività di elettromeccanico e fondando con altri due soci la “Elettromeccanica Ascolana” dove lavorerà fino al pensionamento. Nel frattempo nasceranno due figlie, Elisa e Alessia.
Oltre alle scienze e agli esperimenti con le calamite che utilizza in mille maniere diverse e di cui riconosce i benefici del magnetismo, ama l’arte e la creatività manuale per cui la domenica, unico giorno libero, lo dedica al “manipolare” travertino e rame creando con scalpello, vernici, smalti, o semplicemente con le mani, sculture colorate e fregi con cui adorna casa e che ama regalare agli amici.
Una volta in pensione, riprende il rapporto privilegiato con la sua città girando per le ruette, facendo foto degli scorci più intimi, dei portoni e delle epigrafi, per ricostruire la storia di Ascoli attraverso particolari poco conosciuti. Proprio in questa sua ricerca inizia a mettere in prosa le sue sensazioni e osservazioni raccontando Ascoli ed i suoi personaggi caratteristici attraverso aforismi o poesie in dialetto. Passione, la scrittura, che lo impegnerà fino alla fine, creando intorno a lui un piccolo “circolo culturale” con sede privilegiata al Caffè Meletti.
Quel suo stile di analizzatore e ricercatore lo accompagna sempre, fino alla fine del suo tragitto terreno, per cui, anche nell’arte della poesia. Scrivere per lui non è solo produzione artistica ma soprattutto studio del dialetto ascolano, messo anche a confronto con quello di altre regioni.
Ammalatosi nel 2015, ci lascia il 6 dicembre 2020, ma continua ad emozionare e regalare perle nei ricordi di tutte le persone che lo hanno conosciuto e non hanno potuto fare a meno di volergli bene.
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