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Stupri a San Benedetto: uno era “inventato”, sull’altro gli inquirenti sono vicini alla svolta

L'AMMISSIONE, in un caso, da parte della stessa presunta vittima (maggiorenne) che non ha potuto far altro di fronte a prove che contraddicevano la sua versione. Identificati i ragazzi coinvolti nella presunta violenza di gruppo 
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Il Commissariato di Polizia di San Benedetto

 

di Maria Nerina Galiè

 

Quando si parla di stupro si accappona la pelle a tutte le mamme, non solo di ragazze potenziali vittime, ma anche dei ragazzi potenziali colpevoli. Perché, per quanto un genitore possa dire di conoscere i figli, sa bene che la “sorpresa” può essere dietro l’angolo. Chi non perde “la bussola”, invece, e tanto meno tempo di fronte alla denuncia di un simile reato, sono gli inquirenti che si mettono immediatamente al lavoro, senza tralasciare nessun aspetto, per risalire agli autori di un gesto tanto deprecabile.

 

A seguito di prove raccolte per trovare il colpevole della violenza denunciata da una 18enne – tra fine giugno e inizio luglio nella pineta dei Funai a San Benedetto –  è emerso che questo fatto non è mai avvenuto. Ad ammetterlo è stata della stessa ragazza che si è trovata di fronte ad evidenti contraddizioni, frutto appunto, di una meticolosa ricostruzione dei fatti da parte degli agenti del Commissariato di Polizia della città costiera.

 

Ancora tutto da chiarire su quanto è accaduto alla 17enne che, la scorsa settimana,  si è rivolta al Pronto Soccorso raccontando di essere stata violentata da 5 ragazzi, a Porto d’Ascoli, in un luogo appartato non lontano da un locale dove aveva trascorso la serata.

 

Intanto i 5 presunti autori hanno ora un nome ed un volto, sono della zona e del vicino Abruzzo e la giovane li conosceva piuttosto bene.

 

«Sono stata violentata dal gruppo»: la denuncia di una 17enne


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