di Luca Capponi
La persona ritrovata senza vita ad Ascoli nella tarda serata di ieri, nel suo appartamento di Monticelli, è Maria Stella Allevi. La sorella di Giovanni, pianista e compositore di livello internazionale nato e cresciuto tra le cento torri, dove vive la sua famiglia.
Maria Stella era una donna dolce, sensibile, riservata. Era un essere umano. Faceva l’insegnante all’Istituto Agrario “Ulpiani” di Ascoli. Proprio come il fratello e i genitori, amava la musica, il pianoforte in particolare, nel modo migliore in cui si possa amare uno strumento: suonandolo. Aveva 57 anni.
Il dolore e lo stupore hanno subito attraversato la città, dove era molto conosciuta, e non solo. Tutti increduli nell’apprendere la triste notizia. E pronti a stringersi intorno a Fiorella, Nazzareno ed ai fratelli Bruno e Giovanni.
Ed è proprio qui che occorrerebbe fermarsi un attimo. Sul verbo “stringersi”. È su questo che tutti coloro che vogliono veramente bene a Maria Stella ed alla sua famiglia dovrebbero concentrarsi. Solo su questo. E siamo sicuri che lo stanno facendo.
Tutto il resto è sciacallaggio, morbosità, desolazione. Quella di chi rimesta nella vita privata delle persone. Senza ritegno. Quella di certi colleghi che probabilmente non sanno nemmeno dove stia di casa la deontologia, la misura, la dignità. Quella dei social, avamposti di voyeurismo. Quella di chi soffia sul vento del pettegolezzo. Senza rispettare niente e nessuno. Quella di chi rincorre un nome, un particolare, un dettaglio, una lacrima.
Quella di chi non si è fermato neanche dinanzi alla malattia di Giovanni, che da qualche settimana combatte la sua battaglia personale contro un mieloma.
Sì, la persona ritrovata senza vita ieri a Monticelli è Maria Stella Allevi. Anche lei, come tanti, presa da un mondo dove l’umanità è divenuta merce rara.
Fa buon viaggio, dolce e sensibile creatura.
Dramma ad Ascoli: a Monticelli trovata morta una donna di 57 anni
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