Bocca asciutta per gli amanti del brodetto, Gino Troli: «Dissolti mesi e mesi di lavoro»

SAN BENEDETTO - Dal presidente del Circolo dei Sambenedettesi parole incendiarie contro l'Amministrazione comunale: «Contributo bocciato per beghe politiche o per limitata visione dell'interesse pubblico»
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Gino Troli, presidente del Circolo dei Sambenedettesi

 

di Giuseppe Di Marco

 

Il piatto del brodetto piange: nel Consiglio comunale del 18 luglio, l’Amministrazione ha stralciato il finanziamento di 20.000 euro destinato all’evento “Se non è zuppa…è vredette”, ovvero il festival del tipico piatto rivierasco, precedentemente fissato tra il 3 e il 7 agosto.

 

L’organizzazione della manifestazione era stata affidata al Circolo dei Sambenedettesi, che per questa scelta del Comune non potrà allestire l’evento. Il suo presidente, Gino Troli, ha deciso di versare ben poche lacrime per l’epilogo della vicenda, optando invece per una rampogna al fulmicotone.

 

«Questa decisione – tuona il patron del circolo – è stata presa all’indomani della votazione del Consiglio comunale che ha bocciato la delibera di giunta che prevedeva un contributo indispensabile alla sua organizzazione. Il Circolo dei Sambenedettesi prende atto della votazione dell’organismo decisionale cittadino, notizia venuta a nostra  conoscenza solo attraverso gli organi di informazione locale, pur avendo instaurato un rapporto aperto e di collaborazione con l’Amministrazione comunale fin dal febbraio scorso quando il progetto fu presentato  nei minimi dettagli. Mesi e mesi di lavoro dissolti in un verdetto che misconosce la portata culturale e turistica di un progetto costruito con l’impegno volontario di decine di persone.

 

Come si sa, da 50 anni Il Circolo dei Sambenedettesi non ha finalità di lucro: un elenco infinito di realizzazioni fatte nella città lo sta a dimostrare, e pertanto come associazione avrebbe gestito il contributo deciso dalla giunta comunale solo per l’organizzazione logistica, ovvero stand, cucine e personale di cucina e servizio, sicurezza e gestione degli spazi, affidando alla società Tuber Communication, nota e sperimentata, l’attività tecnica e commerciale per la realizzazione dell’evento; al suo interno il Circolo avrebbe svolto direttamente tutta la parte culturale per dare spessore storico al piatto tradizionale e al suo legame con la civiltà marinara (dibattiti, incontri, materiali a stampa, proiezioni) rivolgendosi alla cittadinanza e ai turisti e creando finalmente, dopo decenni di stallo, un format che allinei San Benedetto agli altri centri costieri delle Marche, recuperando il ruolo e la centralità de lu vredétte ‘nnustre. Questo non è stato voluto dal massimo consesso cittadino che, per beghe politiche proprie o per limitata visione dell’interesse pubblico, ha voluto rinunciare al nostro impegno di istituto per la conservazione del dialetto e delle tradizioni popolari».


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