di Giuseppe Di Marco
In barba alla transizione ecologica. San Benedetto e Porto San Giorgio sono i primi due Comuni delle Marche per percentuale di suolo occupato.
A rivelarlo sono le statistiche del nuovo rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” licenziato da Ispra attraverso il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa). Da quel che emerge, nel 2021, il consumo di suolo a San Benedetto è salito al 37,4%, mentre a Porto San Giorgio si è arrivati al 36,9%. Il podio viene completato da Gabicce Mare, con 32,3%.
Come spiegato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), il consumo di suolo è “un fenomeno associato alla perdita di una risorsa ambientale fondamentale, dovuta all’occupazione di superficie originariamente agricola, naturale o seminaturale. Il fenomeno si riferisce, quindi, a un incremento della copertura artificiale di terreno, legato alle dinamiche insediative. Un processo prevalentemente dovuto alla costruzione di nuovi edifici e infrastrutture, all’espansione delle città, alla densificazione o alla conversione di terreno entro un’area urbana, all’infrastrutturazione del territorio”.
I dati peraltro peggiorano se si considera il territorio dei Comuni al netto dei corpi idrici presenti: in questo caso, San Benedetto arriva al 37,6%, Porto San Giorgio al 37,1% e Gabicce al 32,5%. A San Benedetto, in particolare, il dilagare del fenomeno viene certificato dal 2019, quando Ispra attestò un consumo di suolo pari al 36,8%. L’anno successivo, il dato salì al 37,1%. Insomma, una crescita costante dello 0,3% annuo, che né le istituzioni, né la politica, sono state in grado di arginare.
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