Si è aperta la nuova stagione venatoria anche nel Piceno, come da calendario della Regione Marche, e dove si concluderà il 9 febbraio 2023 e, contestualmente, è iniziata l’attività di controllo e monitoraggio della Polizia Provinciale di Ascoli che quest’anno, come i colleghi di tutte le Marche, sono stati dotati di un sistema informatizzato.
Si chiama “XCaccia” e consente di acquisire rilevanti dati faunistici e, soprattutto, di monitorare, in tempo reale quelli relativi ai prelievi delle specie in deroga.
In tal modo viene potenziata la capacità di controllo e di sanzione delle trasgressioni a tutela della fauna e delle risorse ambientali.
L’attività di controllo venatorio verrà svolto parallelamente ai compiti che la Polizia Provinciale esegue quotidianamente in materia di ambiente e sicurezza stradale.
Senza contare l’azione incisiva che gli agenti provinciali esercitano in materia di contenimento della proliferazione incontrollata dei cinghiali. Si tratta di un fenomeno in costante espansione che vede gli ungulati causare danni alle coltivazioni nonché costituire talvolta causa di sinistri stradali.
La Polizia Provinciale, coordinata dal comandante Eugenio Vendrame e dal vice Luigi Cataldi, non ha mai abbassato la guardia proseguendo l’attività di controllo già in atto negli anni precedenti. Tale attività ha consentito, in osservanza della normativa regionale vigente, di contenere il sovrannumero di ungulati prevedendo ulteriori criticità e situazioni di squilibrio.
«Tutte le attività d’istituto e le operazioni nei vari campi d’intervento – commenta il Comandante Vendrame – sono state organizzate, vagliate e praticate operativamente dalla Polizia Provinciale grazie ad un quotidiano e diuturno impegno di tutti gli operatori. Tra loro, in particolare l’ispettore capo Emidio Capanna ed il pari grado Roberto Barbizzi, sempre professionali ed instancabili.
Nonostante l’endemica carenza di personale – prosegue Vendrame – il Corpo ha continuato e continua nella sua indispensabile opera di controllo del territorio, facendo in modo che le segnalazioni di danni alle colture, raccolte dall’Ambito territoriale di Caccia, abbiano un immediato riscontro, attraverso l’organizzazione di interventi contenitivi nelle forme previste e consentite dalle Leggi Nazionali e Regionali».
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