Crollo del ponte che uccise i coniugi di Spinetoli, assolto uno degli indagati: «Non era capocantiere»»

TRAGEDIA - Era il 9 marzo 2017. Nell'incidente persero la vita Emilio Diomede e Antonella Viviani. Il giudice Francesca Grassi, nel corso della prima udienza che si è tenuta ad Ancona, ha prosciolto Pierpaolo Cappelletti, difeso dall'avvocato Ciarrocchi:  «Un calvario durato 5 anni e mezzo con condizionamenti anche dal punto di vista lavorativo. Finalmente ci si è accorti che il mio assistito non c'entrava niente» 
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Il ponte crollato sulla A14

Era il 9 marzo 2017 quando lungo l’autostrada A14 crollò il ponte tra i caselli di Ancona Sud e Loreto, nel comune di Camerano, in cui persero la vita due coniugi di Pagliare di Spinetoli, Emilio Diomede e Antonella Viviani.

 

Viaggiavano a bordo della loro auto che rimase in parte schiacciata. Oggi, martedì 13 settembre, al Tribunale di Ancona il giudice Francesca Grassi durante la prima udienza del processo ha sentito l’ingegnere capo cantiere del ponte e un responsabile cantieristico, presente al momento del crollo. Si tratta dei primi due testimoni del processo ascoltati dopo l’incidente probatorio. Oggi è stato ascoltato il capo cantiere della ditta subappaltatrice.

 

L’avvocato Ciarrocchi

Il giudice ha assolto «il mio assistito Pierpaolo Cappelletti, per non aver commesso il fattoha spiegato l’avvocato Alessandro Ciarrocchiperché a seguito della modifica del capo di imputazione che il pm aveva fatto alla precedente udienza, quindi attribuendo una funzione di capo cantiere a un diverso soggetto, è emersa ancora in maniera più evidente che il mio assistito era estraneo al processo».

 

Dunque «per non fargli fare tutta la trafila di tutti i testimoni, ho prodotto dei documenti e discusso una richiesta di estromissione» dopodiché il giudice ha pronunciato l’assoluzione.

 

A processo rimangono dunque in 17 mentre. Inizialmente l’accusa era per 40. Per alcuni c’era stata la richiesta di archiviazione mentre a giudizio erano state rinviate 18 persone, tra cui anche Pierpaolo Cappelletti, prosciolto però oggi.

 

«Il mio assistito – ha concluso l’avvocato Ciarrocchi – ha vissuto un calvario durato 5 anni e mezzo, in cui è stato accusato di omicidio colposo, senza poter prendere il porto d’armi ma soprattutto con condizionamenti anche dal punto di vista lavorativo. Finalmente qualcuno si è accorto che non c’entrava niente. Dopo aver proposto la stessa eccezione in ogni sede, è stata riconosciuta l’assoluta estraneità del mio assistito da ogni coinvolgimento con il fatto e, ovviamente, col reato».

 

 


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