La variante Areamare
di Giuseppe Di Marco
La vicenda burocratica relativa alla variante Areamare è ancora ben lontana dal produrre un esito. Oltre al ricorso al Consiglio di Stato, che la ditta sta preparando e che depositerà entro fine ottobre, spunta anche la possibilità di ricorrere nuovamente al Tar Marche.
La disfida si complica: Areamare sarebbe pronta a depositare un secondo ricorso al tribunale amministrativo di Ancona, con cui chiedere ai giudici di specificare alcuni termini della sentenza emessa a inizio luglio: il pronunciamento che, per capirsi, era stato dato in merito al primo ricorso intentato dalla società contro l’ente comunale.
Da dove nasce questo secondo ricorso? Secondo indiscrezioni, durante un recente scambio di lettere fra i legali del Comune e dell’azienda, il civico 124 di Viale De Gasperi avrebbe affermato il proprio diritto a non dare risposte al privato in merito alla proposta di variante. Il problema è tutto qui. La sentenza di inizio luglio, infatti, dice che il Comune non è obbligato a rispondere alla ditta: la risposta, nei tempi e nei modi che ritiene opportuni, è prerogativa della giunta comunale. Questo però vuol dire un’altra cosa: la giunta è vincolata ad esprimersi nel merito della questione.
Con il secondo ricorso, dunque, la società chiederebbe al Tar di esortare la giunta a dare una risposta, considerando che sono passati cinque anni da quando questa variante è stata protocollata. Con l’istanza di modifica al piano regolatore, depositata in Comune nel 2017, Areamare proponeva di realizzare 18 edifici residenziali fra Via Scarlatti, Via del Mare e Via del Cacciatore, su terreni di sua proprietà.
Da allora la pratica è andata avanti fino al parere dell’Agenzia delle Entrate sul contributo straordinario che la ditta dovrebbe versare all’ente per poter costruire. Il tutto, però, si è arenato alla fine del 2019, quando con numerosi interventi in diverse assemblee pubbliche, i comitati di quartiere fecero intendere all’allora sindaco Pasqualino Piunti che, in caso avesse approvato la variante, se ne sarebbero ricordati alle urne.
In campagna elettorale il candidato Antonio Spazzafumo, oggi primo cittadino della Riviera, escludeva la possibilità di approvare varianti urbanistiche, e di voler procedere, invece, con la scrittura di un nuovo piano regolatore generale. Iniziativa che, ad oggi, non è ancora lontanamente iniziata.
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