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Restyling del Ballarin, ecco lo scrigno di Guido Canali (Video)

SAN BENEDETTO - Argini laterali a forma di calanchi, corsi d'acqua, sculture vegetali. Il parco urbano di Canali, che mantiene la curva sud e non modifica la viabilità, incanta la platea dell'Auditorium
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L'architetto Guido Canali mostra le modalità con cui verrà trasfigurata la storica curva sud dell'ex stadio "Fratelli Ballarin"

 

testo e video di Giuseppe Di Marco

 

Guido Canali apre il suo scrigno a San Benedetto. Il prestigioso architetto, questo pomeriggio, ha presentato la sua idea di restyling dell’ex stadio “Fratelli Ballarin”. Idea che è stata oggetto di un acceso dibattito in Auditorium e che verrà presto tradotta in progetto.

 

Il sindaco Antonio Spazzafumo con l’architetto Guido Canali

 

A fare gli onori di casa è stato innanzitutto il sindaco Antonio Spazzafumo: «Quella del Ballarin è un’area che è sempre stata al centro dell’attenzione e che ha anche creato dei dissensi – ha esordito il primo cittadino – Dobbiamo ora capire cosa può diventare questo luogo. Si era pensato inizialmente di trasformarlo in un parco aperto alla città, dopodiché abbiamo individuato la figura che si sarebbe occupata del suo futuro: al professore, dopo alcuni incontri, ho chiesto un’idea che riuscisse ad unire tutte le anime della nostra città. L’architetto si è innamorato di San Benedetto: noi vogliamo che il nuovo Ballarin diventi un punto di riferimento, uno spazio accattivante e con una forte valenza turistica, dove sviluppare eventi e ricettacolo di aggregazione».

 

Dopo una breve e rispettosa presentazione da parte del vicesindaco Tonino Capriotti, che ha enumerato le qualità professionali del famigerato progettista, la parola è passata al protagonista dell’incontro, che è passato all’illustrazione del suo lavoro.

 

«Quello che propongo non è un grande parco paesaggistico – ha dichiarato il progettista – ma un parco urbano su misura, dove passeggiare, passare qualche ora. Un luogo accogliente, per il quale possano essere avviati gli appalti in un tempo molto breve».

 

IL PARCO URBANO

 

Le slide presentate da Canali mostrano uno spazio verde circondato da morbidi declivi a est e ovest, intesi come fasce di rispetto volte a proteggere la superficie interna. I lati orientali e occidentali verrebbero delimitati da un muretto di calcestruzzo, che sorreggerebbe degli argini di terra a forma di calanchi, sormontati da essenze mediterranee come il corbezzolo e l’alloro.

 

(il testo continua dopo il video)

 

 

La curva sud verrebbe mantenuta ma trasfigurata: del manufatto verrebbe mantenuta la struttura basilare, aperta in basso e ammantata di verde rampicante. Anche le gradonate rimarrebbero parte integrante della curva, e verrebbero affiancate da un impianto fotovoltaico. All’interno dell’ala dedicata ai bambini troverebbe posto un’altalena inverdita da rampicanti, teleferiche e scivoli adagiati sul pendio dell’argine. Ci sarebbe poi un percorso centrale pavimentato con lastre in legno o ghiaia arrotondata tenuta ferma da una rete di alveoli sottostanti. Il tema dell’acqua verrebbe sviluppato attraverso un corso d’acqua fondamentale e canalette in piano o a cascata.

 

A nord, sempre all’interno del perimetro, si potrebbe anche aggiungere un campo di bocce. La viabilità al momento non verrebbe manomessa, e la sua definizione verrebbe demandata ai futuri redattori del nuovo piano regolatore.

 

Non sono mancate critiche, anche accese. «L’amministrazione aveva detto che avrebbe parlato con la città – ha detto Iacopo Zappasodi (Pd) – Ma la prima slide del progetto ci è stata presentata solo oggi pomeriggio. Era questa la volontà dell’amministrazione? Questa è una provocazione. Mesi di progettazione si confrontano con tre minuti dedicati alla città. Sarebbe stato necessario presentare delle proposte, non un pacchetto già chiuso, prendendo in giro San Benedetto».

 

«Prima di proporre un progetto – ha aggiunto Daniele Primavera (Nos) – ci dovrebbe essere un confronto politico sulle funzioni dell’area. Questo progetto invece propone delle idee piuttosto radicali, su cui si dovrebbe ragionare anche in termini di costi di gestione».


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